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Nella stessa zona furono rapinati e pure feriti due ragazzi della Valmalenco
Albosaggia (Sondrio) – "Quello che sta succedendo è il termometro di qualcosa che ormai è scappato di mano: o ci facciamo carico di queste situazioni e poniamo fine a questa emergenza o diventeremo come le periferie dell’hinterland milanese”. Il problema, ovviamente, non è di Albosaggia in quanto Albosaggia, però è qui, precisamente al piano, in località Porto, che sabato notte si è verificato un altro episodio di rapina, ai danni tra l’altro di un minorenne. Questi, uscito da un locale della zona, è stato accerchiato da tre nordafricani che lo hanno minacciato con un coltello e gli hanno rubato sia un giubbotto griffato sia 200 euro. Stessa sorte anche per la ragazza che era con lui, costretta a consegnare ai tre il denaro che aveva con sé.
Nel suo caso però, i rapinatori l’hanno pure spaventata dicendo che se si fosse rifiutata, l’avrebbero stuprata. Un’esperienza orribile per i due, ancora sotto choc, che non hanno che potuto chiamare la Polizia e denunciare quanto accaduto. Nella stessa zona della rapina di sabato, alcuni mesi fa furono rapinati – e pure feriti al culmine di una colluttazione - due ragazzi della Valmalenco, poi sempre ad Albosaggia vi fu l’episodio del bancomat del Credit Agricole adiacente all’entrata di un bar fatto esplodere e, ancora, il recente furto ai danni della farmacia Vitali. Ma che cosa sta succedendo? "Stiamo toccando il fondo – ammette il sindaco Graziano Murada – mi auguro soltanto che da qui si possa risalire per garantire ai cittadini la sicurezza e ai giovani la possibilità di uscire a divertirsi senza il timore di trovarsi un coltello puntato alla gola”.
Il sindaco di Albosaggia però sbotta se si parla di implementare il servizio di videosorveglianza. "Sono stanco e stufo di sentirmi dire che bisogna monitorare tutto il territorio – dice – Sono palliativi che possono servire, sì, alle indagini, ma il punto principale è il controllo del territorio, controllo che chiaramente spetta alle Forze dell’Ordine, le quali tuttavia devono essere messe nelle condizioni di poter operare e non, come spesso accade, di essere bistrattate”.