ARDENNO (Sondrio), 22 marzo 2021 - "È passato un anno dall’operazione all’ospedale di Verona, avvenuta il 4 marzo, e dimissioni il 13 marzo 2020. Sto bene, come pure mio nipote a Rimini a cui ho donato un rene". Sergio Lotti, 61 anni, origini romagnole, residente ad Ardenno, può così continuare la sua “battaglia“ con il "Progetto di sensibilizzazione della donazione organi da vivente su base volontaria con la partecipazione a maratone e mezze maratone nel mondo ed eventi con mountain-bike". "Nell’immediato - annuncia Lotti - se la pandemia lo consentirà, parteciperò alla Giulietta e Romeo del 13 giugno a Verona, il 20 dello stesso mese alla mezza maratona del sole in Norvegia. Poi, di nuovo, la Rimini-Verrucchio di 21 km del 26 giugno. Più sicura, invece, la partecipazione alla Jerusalem Marathon di 42 km rinviata al 29 ottobre. Ho patrocinanti da direzioni sanitarie e Comuni in Veneto, Umbria, Emilia, Campania, Sicilia, avrò anche un’accompagnatrice speciale, la campionessa di basket Valentina Fabbri".
Come è cambiata la sua vita dopo la donazione ? "Il professor Luigino Boschiero che ha fatto l’intervento e mi segue mi ha garantito che non ho alcuna limitazione - spiega Lotti - e di stare solo attento nella sollevazione di pesi; bere 2/3 litri d’acqua al giorno dopo l’operazione, preferire pasta integrale, verdure e legumi. Meglio carne bianca e pesce 2/3 volte a settimana. A oggi, nonostante le mie richieste ad Ats e a medico di famiglia, non ho ricevuto la prima dose del vaccino anti Covid. Non lo trovo giusto".
Il dott. Renzo Mignani, responsabile del reparto di Nefrologia dell’ospedale Infermi di Rimini, che segue zio e nipote: "La pandemia non ha frenato i gesti di solidarietà. Ma ora non si deve perdere tempo nella somministrazione della dose". «Anche i soggetti portatori di trapianto di organo solido e quelli di midollo sono classificati, dal Ministero, come pazienti fragili - spiega il professor Luigino Boschiero, direttore responsabile del Centro trapianti renali dell’Azienda ospedaliera universitaria di Verona -. Alle rispettive aziende ospedaliere abbiamo segnalato i nomi. Lotti e il nipote hanno una normale funzione renale, mai si è reso necessario un loro ricovero dopo l’intervento. Proseguono le visite di controllo e il signor Sergio si è dato all’attività sportiva. Il Polo chirurgico di Verona ha la piastra chirurgica più grande d’Europa (36 sale operatorie per tutte le specialità) e stiamo arrivando a quota 3mila trapianti fatti, di cui 400 da donatore vivente".