Dopo 20 anni Lisa Giacomin, 36enne autistica grave, torna a vivere i problemi che aveva a 15 anni, quando la sua famiglia l’ha iscritta al liceo artistico di Morbegno dove, purtroppo, non c’erano insegnanti di sostegno. Allora la madre della ragazza Michela Menon, madre di altri due figli: Emanuele e Angela, si era rivolta alla redazione de Il Giorno di Sondrio, che fu molto utile per risolvere la situazione. "L’eco mediatico e alcuni incontri con l’ufficio scolastico regionale – spiega Andrea Giacomin, papà di Lisa – ci aiutarono moltissimo. Lisa riuscì, anche grazie al Giorno, a ottenere di avere un insegnante per 18 ore la settimana. Certo nel tempo molti di loro sono cambiati, ma sono stati tutti attenti e capaci nel gestirla, tanto che nostra figlia ha ottenuto la possibilità di sostenere l’esame finale dei cinque anni facendo la maturità con obiettivi minimi".
Nel 2008, pochi anni dopo il diploma, tutta la famiglia Gicomin si è trasferita nel vicentino poiché il neuropsichiatra di Lisa ha consigliato alla famiglia di iscrivere Lisa a Casa Enrico: un centro specializzato di Fara Vicentina, dove avrebbe potuto essere seguita con piani terapeutici a lei più idonei. Lisa, difatti, non parla, ma dentro ha un mare di emozioni, come dimostrano le poesie e gli scritti redatti nel passato, quando era parte della redazione de Le pagine distratte: gestita da una associazione che promuove l’inclusione. Negli scritti della donna si legge: "È da una vita che alla sera passeggio lungo il fiume e ogni giorno incontro lui , l’uomo che sogna di contare le stelle. È un uomo bianco, con un cappello nero. Ogni sera si siede lungo la sponda del fiume e si mette a contare: uno, cinque, cento e più stelle (….) L’uomo non può contare e calcolare tutto, esiste un infinito". "Lisa dentro ha mille cose da dire e mille sensazioni, ma non le esprime a parole – rimarca il padre – vivere con lei è estremamente difficile, perché la famiglia deve necessariamente ruotarle attorno". Nel 2020 la famiglia ha deciso di tornare in Valtellina, dove sono attivi progetti per il "Dopo di Noi". Purtroppo Lisa non riesce ad essere inserita 5 giorni su 7 in un centro, per mancanza di fondi, come accadeva 20 anni fa per le insegnanti di sostegno. "Il Comune di Buglio, dove viviamo, è presente, come lo era 20 anni fa e le assistenti sociali di Morbegno sono incredibili, gentilissime – spiega Giacomin – fanno quel che possono. Ma dietro hanno un muro di gomma, che non consente loro di inserire Lisa più di un giorno in un centro diurno. Ora frequenta il Cdd diurno di Nuovo Olonio. Anche lì sono bravissimi e fanno presente che a Lisa serve una progettualità continua. Non riusciamo però a ottenere alcun risultato. Lisa ha bisogno di allontanarsi dal nucleo familiare, deve riuscire ad essere autonoma, perché un giorno, necessariamente, noi non potremo più stare con lei".Milla Prandelli