SARA BALDINI
Cronaca

Batti e ribatti sulla storia. Anpi provinciale ed Esercito: polemiche in grigioverde

Sondrio, dopo la presentazione del “Calendesercito 2025“ a palazzo Muzio. Motivo del contendere il ruolo di partigiani e soldati regi durante la Liberazione .

Al centro lo storico e generale di Corpo d’Armata Carmelo Burgio a Sondrio per la presentazione

Al centro lo storico e generale di Corpo d’Armata Carmelo Burgio a Sondrio per la presentazione

Sta avendo uno strascico polemico di rilievo la presentazione di giovedì scorso a Palazzo del Governo del Calendesercito 2025. Nello specifico, a provocare la dura reazione del Comitato provinciale Anpi Sondrio, presieduto da Sergio Spolini, sono state le dichiarazioni dello storico e generale di Corpo d’Armata Carmelo Burgio "che si è permesso, nel tentativo, mai smentito da alcuno, di rivendicare un ruolo avuto nella liberazione anche dall’Esercito italiano – scrive Spolini in una nota diffusa alla stampa - di rilasciare un’intervista a TSN dicendo: "Dopo l’8 settembre ’43 c’è stata una reazione chimica (Sigh!) ed il Regio esercito è evaporato e contestualmente gli inglesi ed americani si sono fermati a Napoli a ballare il boogie woogie ed è sbarcata da Marte una flotta di dischi volanti e questi uomìni verdi sono diventati partigiani ed hanno liberato l’Italia". Spolini, per tutta risposta, sottolinea come ci sia "stata sì un’"evaporazione", ma dei vertici militari, che ebbe come conseguenza che i tedeschi catturarono nel giro di una settimana ben 1.007.000 militari italiani dei quali fortunatamente 196.000 riuscirono a fuggire dandosi alla macchia e purtroppo circa 704.000 di questi vennero deportati nei campi di detenzione in Germania dove persero la vita ben 50.000 di loro" e conclude così: "tanto per chiarire, evitando ogni tentativo subdolo di riscrivere la storia, Milano e, per restare solo dalle nostre parti, le province di Como, Lecco e Sondrio furono interamente liberate per opera dei partigiani. Gli alleati arrivarono solo nei giorni seguenti".

"Mi spiace che si sia strumentalizzato un discorso estremamente sereno: mi è stato fatto dire infatti ciò che non ho detto – ha replicato il generale Burgio - Nessun disprezzo ho espresso per i partigiani e men che meno per i valtellinesi, ma dopo la guerra è stato passato questo messaggio: "l’Esercito nulla ha fatto, gli alleati poco, tutto merito dei partigiani". Mio desiderio, sulla scorta di studio della storia e dei documenti, è evidenziare come non sia andata così. Per cui sostengo che l’Italia sia stata liberata prima di tutto dagli alleati. Massimo rispetto per i partigiani, con la preghiera che sia rispettato anche il sacrificio di altre componenti, che per decenni son state dimenticate. Le forze armate hanno versato un forte contributo di sangue, superiore a quello dei partigiani e fra questi ultimi vi era forte componente di militari, anche di carriera, che è fuorviante definire solo “partigiani“".

Sara Baldini