GABRIELA GARBELLINI
Cronaca

Bianzone, sottopasso contestato sulla Statale 38: “Per le barriere del treno copiamo dai vicini svizzeri”

Dopo la proteste degli agricoltori la proposta del tecnico Spavetti. “No a opere faraoniche. Oltreconfine le sbarre si alzano dopo solo novanta secondi”

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La protesta degli agricoltori a Bianzone contro il sottopasso

Bianzone (Sondrio) In merito ai futuri lavori previsti a Bianzone per l’eliminazione del passaggio a livello in prossimità della Statale 38 con la creazione di un sottopasso (nello specifico nella zona che interessa il Ranèe, area agricola di pregio) fa sentire la propria voce anche il geometra valtellinese Santo Spavetti a poche ore dalla mobilitazione degli agricoltori residenti in zona che hanno realizzato giganti balle di fieno con chiari messaggi per esprimere il proprio dissendo alla creazione di opere che danneggerebbero le coltivazioni.

Secondo il professionista la costruzione del sottopasso a Bianzone è inutile in quanto vi sarebbero, a suo dire, diverse soluzioni alternative capaci di salvaguardare il territorio. “I passaggi a livello posizionati lungo la ferrovia dovrebbero essere sistemati sostituendo i sistemi di controllo e le sbarre con la tipologia già in uso da parte della Ferrovia Retica e dove i passaggi a livello sono a ridosso della 38 sistemando gli incroci con corsie di attesa - spiega Spavetti - I tempi di attesa dei passaggi a livello della Ferrovia Retica sono intorno ai 90 secondi, mentre da noi si prolungano fino a 5 minuti. Come mai? Bisognerebbe ispirarsi alla Svizzera. Per i passaggi a livello in prossimità della Statale 38 non serve la loro eliminazione sostituendoli con costosi sottopassi peraltro insicuri, in quanto a rischio allagamento essendo sotto quota falda. Bisogna definire interventi logici, cestinando progetti megalomani”.

Spavetti, inoltre, tiene a puntualizzare anche l’importanza della sicurezza in merito alla realizzazione della tangenziale di Tirano. “Si rischia di avere un tracciato che per esondazioni e frane potrebbe rischiare la chiusura. I fondi devono usarli per garantire la sicurezza delle abitazioni di Tirano e di Villa. Occorre avere pareri di tecnici come il geologo Maurizio Azzola, esperto in debris flow”.