
Un bombardino; a destra, sciatori a Livigno
Livigno, 27 novembre 2023 – Piccolo Tibet, inverno del 1972, a dirigere gli impianti di risalita dell’ex Tea Vidal arriva Aldo Del Bò, genovese, giocatore di rugby ed ex ufficiale degli alpini, scomparso appena qualche giorno fa. È lui ad avere l’idea di mescolare latte, liquore all’uovo e whisky per realizzare un cocktail destinato a riscaldare e rinvigorire gli sciatori, durante le lunghe giornate in pista.
Il drink inizia a spopolare. Diventa un cardine dei menù nei rifugi Mottolino e Costazza. Il suo nome? Bombardino. È l'inizio di una leggenda. Che oggi pare essere a rischio, con l’entrata in vigore – dal 31 dicembre – delle nuove norme riguardanti la sicurezza sulla neve.
Perché si chiama così
Il nome e le sue origini sono un sapiente mix di realtà e leggenda, miscelate in parti uguali, come ogni cocktail che si rispetti. Inizialmente pare si chiamasse, abbastanza semplicemente, vov caldo con il whisky, in ossequio ai due ingredienti principali.
Successivamente, nel corso di una riunione fra direttori delle stazioni invernali, la bevanda fu fatta assaggiare ad alcuni dei convenuti. Uno di loro esclamò: “È una bombarda”. Da qui l’illuminazione di ribattezzarlo Bombardino.
La ricetta
Nella sua versione originale il bombardino veniva preparato con liquore all’uovo caldo, latte e whisky. Successivamente i due ultimi ingredienti sono stati sostituiti da panna e brandy.
Queste le proporzioni: il cocktail deve contenere per due terzi zabaione (liquore all’uovo con zucchero e marsala) e per un terzo brandy. In un pentolino va scaldato lo zabaione, senza però portarlo a ebollizione. In seguito va aggiunto il brandy. Il mix va guarnito con panna montata, da spolverare a piacere con cacao o cannella.
Attenzione: il bombardino, nonostante il suo sapore dolce, può raggiungere il 30% di gradazione alcolica (da qu anche il possibile giro di vite). Va consumato con moderazione.
L’antenato
Ingrediente fondamentale è il liquore a base di tuorli d’uovo. Questo preparato risale alla metà dell’800, quando fu inventato da un droghiere padovano, trovatosi con il magazzino pieno di uova inutilizzate per la realizzazione dei torroni.
Fu lui ad avere l’idea di mischiare i tuorli a marsala e zucchero, chiamando la sua invenzione “vov”, dal termine dialettale veneto vovi, parola che indica le uova.
Varianti
I puristi non rinunceranno mai alla ricetta originale, ma nel corso degli anni sulle piste si sono diffuse diverse versioni del bombardino. Ci sono il Pirata, che prevede il rum al posto del brandy, il Calimero, la variante meno alcolica, con il caffè espresso in luogo del brandy e, infine, lo Scozzese, una sorta di ritorno al passato, visto che rimpiazza il brandy con il whisky.