MICHELE PUSTERLA
Cronaca

Allo Stelvio sci appesi al chiodo: 12 gradi, il ghiaccio si scioglie

Da domenica bloccata ogni attività. Gli albergatori: aspettiamo il freddo

Gianni Capitani mostra il termometro (Orlandi)

Passo dello Stelvio (Sondrio), 5 agosto 2017 - Il caldo torrido di quest’estate fa “incrociare gli sci” agli appassionati dello sport bianco che, in questi giorni che precedono il Ferragosto, sono in vacanza sul tetto d’Europa, in alta Valtellina, al confine con la provincia di Bolzano. Qui le temperature, anche in piena estate, sono solitamente fresche, se non addirittura talvolta ancora rigide e non mancano improvvise nevicate “fuori stagione”. Stavolta l’afa è arrivata sin quassù, costringendo gli operatori turistici ad assumere un drastico e sicuramente impopolare provvedimento, davvero insolito. Per queste altitudini (si parte dai 2.758 metri del passo, per arrivare ai 3.450 metri di quota della Punta degli Spiriti). Non si chiude, ma l’attività sciistica sul meraviglioso ghiacciaio dello Stelvio è, al momento, sospesa, si spera per pochi giorni. Un fatto mai accaduto prima. Ma tutto dipende dall’arrivo o meno della tanto attesa perturbazione dal nord Europa.

«Giusto - esclama allargando le braccia, sconsolato, Umberto Capitani, 49 anni, da 17 (che porti male?) dinamico direttore della Sifas la società che gestisce gli impianti di risalita allo Stelvio – non chiudiamo. Ma ai numerosi ospiti in soggiorno coccolati nei nostri alberghi abbiamo comunicato che domani, sabato, è l’ultimo giorno in cui si potrà sciare sul ghiacciaio. Poi, da domani stop. La speranza è che l’interruzione sia di brevissima durata. Un paio di giorni al massimo, o addirittura potrebbe essere di un paio di settimane. Non si può escludere».

Il “ghiaccio bollente” impedirà di inforcare sci e racchette e per chi resta, in attesa di tempi migliori, è proprio il caso di dirlo, gli impiantisti hanno già pensato ad altre attività, proprio allo scopo di non farli scappare da questo paradiso in terra, ultimamente diventato però una sorta di “inferno” per le elevate temperature. «Oggi (ieri per chi legge: ndr) - rivela Capitani - al passo, alle 6 del mattino, il termometro oscillava fra i 10 e i 12 gradi. Assurdo». Saranno sufficienti gli hotel Thoni, Pirovano e gli altri, con le loro specialità enogastronomiche di eccellenza, a rendere meno amara la rinuncia alle discese mozzafiato per alcune centinaia di turisti in attesa? Chissà, solo il tempo lo dirà. Già, il tempo. «Il troppo caldo e la prolungata assenza di precipitazioni nevose sono stati i nostri guai», sottolinea l’imprenditore che si divide fra qui e Bormio.

Nel cuore delle Alpi della Lombardia, dove la vista si allunga sull’Alto Adige e l’Engadina, in Svizzera, da una terra che ha fatto da sfondo a pagine sportive memorabili scritte da grandi campioni dello sci (Thoeni, Tomba, i valtellinesi Rocca, Compagnoni, Di Centa , per citarne solo alcuni), pochi fra gli operatori economici della turistica Valtellina avrebbero immaginato una difficoltà del genere, da aggiungersi ad altre legate alla crisi economica che non ha risparmiato, negli ultimi anni, neppure questa rinomata ski-area che solitamente apre i battenti a fine maggio, per chiudere a novembre, alle prime, importanti nevicate stagionali.