
Un cane (Foto di repertorio Di Pietro)
Sondrio, 11 agosto 2016 - Il dato nazionale sul randagismo è sconvolgente, ma in Valtellina, fortunatamente, la situazione è diversa. «Non abbiamo questo genere di problema - spiega Sara Plozza, presidente dell’Enpa provinciale - Abbiamo, invece, quello dei cani vaganti, animali di proprietà che, lasciati liberi di scorrazzare, rischiano di essere investiti, di causare incidenti o di aggredire altri cani o esseri umani. Non capita tanto nei centri più grandi, come Sondrio, Morbegno o Tirano, quanto nei paesini e nelle frazioni. Pradella, Sant’Anna e Mossini sono invase.
Molti Comuni ci chiedono di occuparci della cosa. A Civo ad esempio, i cani riescono a uscire dalle staccionate troppo basse infastidendo i passanti. Non è detto che siano aggressivi, ma spaventano sia le persone, sia gli altri animali che possono reagire, dando origine a una zuffa».Nasce tutto dalla malsana abitudine a lasciare il proprio animale libero, senza controllo, quindi l’invito è a porre attenzione ai propri animali, meditando sulle possibili conseguenze del loro vagare in solitudine.
«Nel canile consortile della cinque comunità montane, in località Busteggia, sono al momento ospitati circa animali esemplari e il numero di adozioni è diminuito - prosegue Plozza - Questo perchè sempre più spesso si sceglie di adottare cani del sud Italia, dopo averli visti su Facebook o su qualche altro canale internet. Si viene ammaliati dalle storie e dalle foto, ma la fregatura è dietro l’angolo. Un conto è affidarsi ad associazioni serie, che fanno compilare un questionario, chiedono a noi di Sondrio di controllare la famiglia destinataria attraverso dei colloqui e sottopongono il cane a tutti vaccini necessari, tra cui quello della Leishmaniosi, un altro è rivolgersi a soggetti sconosciuti dai quali ci si può aspettare di tutto. Come un animale intrattabile o che non corrisponde alla descrizione».
Quando capita, all’Enpa tocca raccogliere i cocci. Per la gioia dei Comuni di provenienza che si liberano di un possibile problema, i cani del meridione destinati all’affido vengono stipati nei camion e trasportati verso le destinazioni settentrionali. «Sarebbe molto più sicuro rivolgersi al canile consortile che, però, giustamente, ha un preciso iter di pre-affido. Non tutti hanno la pazienza e la voglia di rispettarlo».