Caso del presunto “falso cieco”. Tutti assolti con la formula "perchè il fatto non sussiste", nel processo con rito abbreviato (un terzo di sconto in caso di condanna), nell’udienza davanti al giudice Pietro Della Pona a carico di Pier Luigi Pedroli, 74 anni, di Teglio, della di lui sorella, della nipote e del fidanzato siciliano di quest’ultima. Il pensionato era accusato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, mentre i familiari di favoreggiamento in base ad alcune intercettazioni nell’indagine della Guardia di Finanza che, nel gennaio 2019, sfociò in un primo sequestro di 100mila euro seguito poi da un altro per un importo di 30mila euro.
Il pubblico ministero Giulia Sicignano, nella requisitoria, aveva chiesto la condanna a un anno e quattro mesi per il principale imputato il quale aveva incassato circa 159mila euro in dodici anni.
Il suo difensore, l’avvocato Marcello Caci, è invece riuscito a dimostrare, nel corso dell’arringa, che il suo assistito non aveva posto in essere alcun raggiro per ottenere l’invalidità da cecità totale. Si trattò, forse, di un errore di diagnosi da parte di chi visitò l’anziano, ma il tellino non mise in atto alcuna condotta per ingannare i medici. Lui ha davvero problemi di vista, ma non ha mai affermato di vedere nulla. "Attraversa la strada senza problemi e va in montagna con passo spedito", spiegò la GdF. Il giudice ha stabilito, inoltre, che vengano restituite all’assolto con formula piena le somme di denaro a suo tempo sequestrate. Michele Pusterla