SARA BALDINI
Cronaca

Colpo di pistola a scuola . L’Ufficio regionale minimizza

Novate Mezzola, in una nota si specifica che il tredicenne aveva "un giocattolo" non un’arma. Il rumore provocato dallo studente è stato "simile allo scoppio di un palloncino". .

Novate Mezzola, in una nota si specifica che il tredicenne aveva "un giocattolo" non un’arma. Il rumore provocato dallo studente è stato "simile allo scoppio di un palloncino". .

Novate Mezzola, in una nota si specifica che il tredicenne aveva "un giocattolo" non un’arma. Il rumore provocato dallo studente è stato "simile allo scoppio di un palloncino". .

Che cosa è successo davvero alla scuola media di Novate Mezzola? Per fare chiarezza si è scomodato nientemeno che l’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia con un comunicato datato 17 aprile (che compare sul sito ufficiale, ma stranamente non su quello dell’Ufficio scolastico territoriale di Sondrio, provincia dove per altro il fatto è accaduto, né sul sito dell’Istituto comprensivo stesso cui la "media dello sparo in classe" appartiene) e questo perché, si legge nel documento, "lo spiacevole episodio verificatosi il 9 aprile scorso nella classe 3^ A dell’Istituto comprensivo di Novate ha generato un’ampia eco mediatica, accompagnata dalla diffusione di dettagli sensazionalistici e notizie non corrette". Ecco dunque il comunicato, vergato "per porre fine a ogni speculazione alla vicenda", ma che in realtà si rivela utile proprio per arricchire di dettagli un episodio che nella sostanza, considerato il riserbo (che a questo punto pare addirittura un po’ sospetto) intorno a questa vicenda, è stato riportato dai media senza discostarsi dalla verità. Ebbene: la pistola in mano a uno studente di 13 anni c’era. L’Usr non solo lo conferma, ma specifica che l’ha estratta dallo zaino durante la 4^ ora e l’ha mostrata a un compagno "il quale all’improvviso l’ha afferrato e ha tentato più volte di far partire un colpo (dunque neppure per sbaglio, ndr). Al terzo tentativo, si è verificato uno scoppio che ha attirato l’attenzione del docente presente in aula".

Un rumore, recita la nota, "simile allo scoppio di un palloncino". Il docente ha quindi chiesto spiegazioni, il ragazzo che in quel momento aveva in mano la pistola giocattolo l’ha consegnata al prof che a propria volta l’ha consegnata alla dirigente che l’ha messa in cassaforte. Qualcosa, tuttavia, si continua a non capire: se questa arma (poi rivelatasi una scacciacani, ma che nel comunicato dell’Usr viene chiamata "giocattolo") fosse davvero stata così innocua, se avesse fatto giusto il rumore di un palloncino (che non avrebbe affatto creato panico tra gli alunni, visto che l’Usr parla solo del docente) perché metterla in cassaforte e contattare le Forze dell’ordine, cui garantire "massima collaborazione per lo svolgimento dei necessari accertamenti?". Doveroso, certo, così come lo sono le rassicurazioni che chiudono il comunicato in cui l’Istituto "ribadisce il proprio impegno a garantire la sicurezza e il benessere degli studenti e personale scolastico, collaborando con le autorità competenti per gestire situazioni di emergenza". Sara Baldini