Una squadra di 70 professionisti dell’Agenzia regionale emergenza urgenza (Areu), tra medici, infermieri e tecnici del soccorso alpino è scesa in campo il 28 e il 29 dicembre per testare il sistema di soccorso in occasione delle gare di Coppa del Mondo di sci maschile. Un servizio essenziale, senza il quale eventi di spessore assoluto, come le Olimpiadi, non si potrebbero organizzare. "Dal 2017 - spiegano il coordinatore del team Gianluca Chiodini e il direttore del 118 di Sondrio, Mario Teruzzi - assicuriamo il soccorso durante le prove ufficiali e le gare maschili sulla Stelvio. E anche quest’anno abbiamo schierato una squadra altamente qualificata per presidiare 12 postazioni lungo la pista, pronta a intervenire immediatamente".
E purtroppo di interventi ne hanno dovuti compiere. Il transalpino Cyprien Sarrazin, trasportato d’urgenza all’ospedale di Sondalo, dopo una caduta, e operato per ridurre un ematoma intercranico (intervento perfettamente riuscito) "con il nostro elicottero dedicato esclusivamente al soccorso agli sciatori" e Pietro Zazzi che, sempre in elicottero, "è arrivato fino al Niguarda. A entrambi, a nome di tutta Areu, rivolgiamo un grande in bocca al lupo".
Il team operativo, oltre all’elicottero, è stato supportato da tre ambulanze strategicamente posizionate nella zona d’arrivo, al Ciuk e nella zona di atterraggio dell’elicottero. Ogni postazione è stata presidiata da un medico o un infermiere e tre tecnici del soccorso alpino. "Giornate fondamentali - sottolineano Chiodini e Teruzzi - per testare sul campo la prontezza e l’efficienza delle nostre squadre di soccorso. Tutti ottimi professionisti che ci consentono di svolgere delle vere e proprie prove generali affinché anche durante le Olimpiadi del 2026 l’assistenza sanitaria sia impeccabile".
E col servizio di Areu, combinato con l’efficienza del vicinissimo ospedale Morelli di Sondalo, dal punto di vista dell’assistenza sanitarie le prove olimpiche bormine e quelle livignasche possono dirsi al sicuro.
Fulvio D’Eri