
"Noi così non ce la facciamo proprio, rischiamo di dover chiudere". Questo il grido d’allarme lanciato ieri dai ristoratori, dai baristi e da tutti quegli esercenti e professionisti che sono stati penalizzati fortemente dall’ultimo DPCM, valido almeno sino al 24 novembre, e dalle disposizioni regionali in materia di contenimento del Covid 19. Ieri mattina, nella sede dell’Unione del Commercio e del Turismo della provincia di Sondrio, si sono incontrate le varie componenti del settore dell’Associazione dei Pubblici Esercizi, con in testa il presidente Piero Ghisla. Totale e decisa la contrarietà nei confronti della chiusura dei pubblici esercizi e dei ristoranti alle 18, tutti i giorni, compresi i festivi. "Non pensavamo – osserva il presidente dei Pubblici Esercizi, Piero Ghisla – che sarebbero arrivati a tanto. Con queste ulteriori restrizioni avremo perdite irrimediabili che ci porteranno alla chiusura". Un grido d’allarme senza appello e assai chiaro. Letteralmente infuriati i ristoratori che rischiano di pagare un danno tremendo. "La situazione è nerissima – dice Antonio Elia, titolare del ristorante– pizzeria Terra di Mezzo – e noi ristoratori siamo tutti compatti nel denunciare questa situazione. L’abbiamo ribadito anche in una riunione tenutasi nella sede dell’Unione del Commercio. E mercoledì mattina scenderemo in piazza Garibaldi per manifestare contro queste disposizioni che per noi sono una sorta di “condanna“. Spero vivamente che ci sia tanta, tantissima gente".
I ristoratori e gli esercenti in generale hanno ottemperato a tutte le norme necessarie per riuscire a mettersi in regola con quanto stabilito da decreti e quanto altro, spendendo soldi, e rendere gli ambienti sicuri. "Ci siamo adeguati a tutte le norme per la sicurezza, distanziando i tavoli e riducendo così la capienza, abbiamo sostenuto spese per metterci a norma ed ora questo provvedimento sembra non tenere conto di questi sforzi. Ma davvero qualcuno pensa che il problema siano i ristoranti e i bar? E poi vorrei chiedere a chi ha “partorito” questi provvedimenti: “ma se il ristorante non è sicuro la sera, perché mai lo dovrebbe essere a mezzogiorno?“. C’è qualcosa che non va… Il problema per me non è il Covid ma… la gestione del Covid". La stagione estiva ha visto i ristoratori e gli esercenti dei bar lavorare, seppure a ritmo ridotto, e rivedere una piccola luce. "Noi siamo rimasti fermi per due mesi a marzo e aprile, poi abbiamo sì lavorato ma di certo non a pieno regime, visto che i coperti per ottemperare al distanziamento sono stati inferiori a quelli abituali, e di certo in tre mesi non abbiamo potuto assolutamente ripianare quanto perso in precedenza. Ora, con questo Dpcm, siamo veramente in una situazione bruttissima". La delusione, la rabbia e la disperazione sfoceranno, così come ricordato da Ghisla, in una manifestazione di protesta degli operatori della provincia, organizzata per domani alle 11 in piazza Garibaldi (una piazza capiente, dove sarà consentito il dovuto distanziamento), in contemporanea con la mobilitazione nazionale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi. Fulvio D’Eri