SONDRIO – Quando l’orco si nasconde fra le pareti domestiche. È un padre - un italiano sposato e al di sopra di ogni sospetto, anche per l’attività lavorativa che svolge - che, nella sua vita, a un certo punto scivola in un declino di perversione sessuale, sino a oltrepassare non solo la decenza, ma anche a violare il Codice penale. Si lascia andare, in alcuni casi, ad atteggiamenti che non possono essere assolutamente inquadrati nel novero delle tenerezze fra un papà e la figlia minorenne, superano decisamente quei confini. E lei soffre in silenzio, non trova la forza di rivelare alla mamma quanto succede, forse temendo che se lo avesse fatto il matrimonio dei genitori sarebbe andato in frantumi.
Sino a quando un giorno si confida, invece, con una compagna di classe la quale, senza troppa esitazione, ne parla con un’insegnante che a sua volta decide di informare subito la Polizia di Stato. Anche perché il racconto della ragazzina, di 14 anni, è davvero raccapricciante. Entrano in azione, a quel punto, gli investigatori della Terza Sezione della Squadra Mobile della Questura di Sondrio, quelli che si occupano dei reati alla persona, alle fasce più deboli. I poliziotti del dirigente Niccolò Battisti, informati i magistrati competenti della Procura di Milano, decidono di recarsi a scuola senza dare nell’occhio - senza divise, senza auto con i loghi e lampeggianti della Polizia - per una prima audizione protetta della giovanissima. E si scoperchia un vaso di Pandora. Nell’indagine della Mobile emerge, tra l’altro, che la studentessa oltre a essere palpeggiata dal genitore, veniva da lui ripresa con una videocamera mentre era nuda una volta spogliatasi in bagno, prima e dopo la doccia.
Non solo. "Un giorno papà - ha raccontato la minore che sarebbe stata oggetto di queste attenzioni morbose da quando aveva 12 anni - mi ha proposto di incontrarmi con un suo amico dicendomi che sarebbe stato carino con me. Ho dovuto vederlo all’interno di una roulotte per un tipo di prestazione sessuale".
L’uomo è stato allontanato da casa, poi rinchiuso nel carcere milanese di Opera, dove si trova tuttora. È infatti intervenuta nel frattempo - la storia tenuta riservata è trapelata soltanto ieri - la condanna di 1° grado in Tribunale a Milano a 9 anni di reclusione per prostituzione minorile, violenza sessuale e detenzione di materiale pedopornografico.