Non luogo a procedere perché "il fatto non sussiste" per tutti e quattro gli indagati per il crollo di una parte di soffitto della scuola dell’infanzia di Verceia. Era il novembre del 2018 e fu davvero soltanto per una questione di centimetri se quei due metri quadrati non finirono su due piccole di 2 e 4 anni che stavano giocando in quell’aula e che rimasero, comunque, lievemente ferite da alcuni calcinacci. Graffi e qualche contusione, ma soprattutto tanta paura e la consapevolezza di una tragedia sfiorata per un soffio in quella scuola di piazza Europa che fu naturalmente subito evacuata e posta sotto sequestro.
Ieri davanti al gip Fabio Giorgi si sono presentati Antonio Scaramellini, 75 anni, di Chiavenna, progettista e direttore lavori; Giulio Contessa, 94 anni, residente a Dubino, titolare dell’impresa costruttrice; Attilio Balitro, 74 anni, residente a Cercino, calcolatore delle opere; e Piergiorgio Geronimi, 78 anni, collaudatore. Erano accusati di crollo colposo e lesioni personali colpose perché, "ciascuno nelle rispettive qualifiche – recita il capo d’imputazione - cagionavano per colpa il crollo (sfondellamento) di una porzione del soffitto della scuola materna del Comune di Verceia dalle dimensioni di circa 0,96/1,44 metri quadrati". In sostanza per l’accusa la caduta del pezzo di soffitto andava ricercata a monte, in una serie di errori effettuati durante la costruzione dell’edificio che fu poi "restituito" ai piccoli alunni soltanto nel marzo dell’anno successivo, dopo l’effettuazione di notevoli interventi di messa in sicurezza.
Ieri l’ultimo atto di questa vicenda che tanto fece riflettere su come anche i luoghi dove i genitori dovrebbero lasciare senza alcun pensiero propri piccoli, in realtà possano rivelarsi pericolosi addirittura per la loro stessa vita.
Sara Baldini