REDAZIONE SONDRIO

Dai sordi un appello "Con le mascherine difficile comunicare"

La sezione provinciale Ens: "Negli uffici pubblici trattati come cittadini di serie B"

La Sezione provinciale Ens (Ente Nazionale Sordi)

di Sondrio lancia un appello. "Le persone sorde, o con disabilità legate all’ipoacusia in Valle sono molte, circa 300 - spiega Michela Fondrini, la responsabile della segreteria -. Durante il lockdownpandemia è emerso il problema della comunicazione tra sordi e tra sordi e udenti, poichè qui la maggior parte dei sordi è bilingue: usa sia la Lis (Lingua italiana dei segni) sia la labializzazione, cioè la lettura labiale. Segnalate difficoltà legate all’uso obbligatorio delle mascherine per le persone sorde o con ipoacusia, per coloro che usano impianti cocleari o apparecchi acustici, e in generale per chi utilizza la lettura delle labbra per comprendere". Il Governo ha mantenuto fermo il principio che la mascherina non è obbligatoria per quelle persone la cui disabilità è incompatibile con il suo utilizzo e non è obbligatoria neanche per gli accompagnatori nel momento in cui devono comunicare con loro. "Non esistono mascherine “trasparenti” certificate da Inail - sottolinea Fondrini -, per gli utenti poiché non sono garantiti i requisiti di sicurezza, ergonomia ed efficacia. Sollecitiamo le autorità comunali della Valtellina ad adeguare ogni ufficio pubblico, farmacia, presidio ospedaliero e mezzo di trasporto oltre che con pannelli plexiglas trasparenti, mettendo anche a disposizione degli operatori visiere che permettano momentaneamente di abbassare la mascherina per interloquire e far leggere il labiale ai sordi, garantendo una protezione efficace".

Michele Pusterla