FULVIO D’ERI
Cronaca

In Lombardia 77 grandi dighe ma piani di emergenza solo per 13: l’allarme del Pd

Interrogazione Dem in Regione e in Parlamento: “È una questione di sicurezza per i cittadini”

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Una diga sulle montagne lombarde

“La questione è delicata e ha a che vedere con la sicurezza degli impianti e dunque dei cittadini – dicono i Dem -. Sul territorio lombardo ci sono 77 grandi dighe, per ciascuna delle quali dovrebbe essere redatto e approvato dalla giunta regionale il relativo Piano di emergenza, strumento di pianificazione per la gestione delle emergenze di Protezione civile, finalizzato a contrastare in modo coordinato e pianificato eventuali situazioni di pericolo come, ad esempio, onde di piena artificiale, rischio idrogeologico che insiste sugli invasi e i relativi manufatti. Oltre all’inquadramento territoriale, nei Ped devono essere descritte e mappate le aree a rischio inondazione, evidenziandone gli elementi esposti a rischio, tra cui edifici, scuole, ospedali, viabilità, ponti; in particolare deve essere definito il modello di intervento - chi fa che cosa -, pianificando il coinvolgimento di tutti i soggetti direttamente interessati”.

Dei 77 Ped che la Regione Lombardia è tenuta ad approvare, finora ne sono stati redatti e approvati soltanto 13. “La provincia di Sondrio è fortemente interessata a questo tema - dichiara il segretario provinciale del Pd, Michele Iannotti -, perché di tutti gli impianti sul suo territorio ce ne sono 27, più del 35% del totale delle dighe lombarde, e nessuna di queste rientra purtroppo tra le 13 fortunate per le quali è stato approvato il Ped. Non vogliamo fare allarmismi, ma chi ha la responsabilità di redigere ed approvare questi Piani, e mi riferisco alla Regione Lombardia, lo faccia, e anche in fretta. Da parte nostra useremo ogni strumento che abbiamo a disposizione per stimolarne l’approvazione: la sicurezza dei cittadini viene prima di ogni cosa. Anche per questo ringrazio il gruppo consiliare regionale e i parlamentari lombardi del Pd per il supporto che ci danno a Milano e a Roma. Da tempo in provincia assistiamo ad un giusto dibattito su quelle che dovrebbero essere le modalità di rinnovo delle concessioni idroelettriche - conclude Iannotti -, con le relative ricadute economiche e sociali che impatteranno sul territorio; credo che almeno lo stesso tempo debba essere speso per un tema ancora più importante come quello della sicurezza delle dighe. Chi ha la responsabilità si muova”.