FULVIO D'ERI
Cronaca

Addio alle discoteche della Valtellina, la notte si spegne nel cambio generazionale

Chiuso il "Mega Show" di Forcola dopo Moia, i Campelli, il Salvador Dalì e il Matador. I dj Bruno Ligari e Mario Boghesi: "Oggi i ragazzi ascoltano la trap che è musica parlata non da ballo"

Cambia il mondo del divertimento notturno in Valtellina. L’ultimo locale, in ordine temporale, a dire stop è stato il Mega Show di Forcola che alla antivigilia dello scorso Natale ha organizzato una "festa di chiusura" mandando i giovani e giovanissimi frequentatori in uno stato di "sconforto". Solo una decina di anni fa in provincia di Sondrio le discoteche erano tante e tutte, bene o male, lavoravano a pieno regime. Nel sondriese negli anni hanno chiuso veri e propri "templi" della vita notturna quali il già citato Mega Show oppure la Moia – i Campelli – o il Salvador Dalì o Matador, per citare i più noti.

"Il mondo della musica è cambiato – dice Bruno Ligari, un artista a tutto tondo, un dj ma anche produttore di musica (il 9 luglio uscirà Sacro e Profano, il suo 15° singolo), organizzatore di eventi molto conosciuto in Valtellina e non solo -, il Covid, certamente, ha dato una mazzata a certi locali che poi non sono riusciti a rimanere in piedi e hanno dovuto chiudere. Tante discoteche hanno chiuso, è un vero peccato, ora sono in voga bar e disco pub dove viene proposta musica da dj (anche improvvisati, ndr.) che sfruttano le piattaforme, come Spotify. Ma un po’ tutto il mondo della notte è cambiato, l’età dei ragazzi si è abbassata (14-15 anni) e loro apprezzano un tipo di musica poco ballabile. In questo momento hanno successo le serate di musica disco organizzate all’aperto, su spazi più grandi, tutto sta cambiando".

Anche Mario Borghesi, dj molto noto che ha fatto ballare diverse generazioni di valtellinesi e che ne sta facendo divertire altre. "Si è un po’ persa l’educazione musicale – dice -, negli anni ’90 il dj proponeva musica. Oggi i ragazzi ascoltano la trap che è musica parlata e poco si addice alle discoteche. O, meglio, va proposta in versione dance. L’errore di molti gestori è stato invece quello di seguire la moda del momento e di voler proporre trap "puro", un tipo di musica dove è preponderante il testo rispetto al ritmo. E in disco non si va per cantare, come fanno i giovani col trap, ma per ballare". 

"Un altro errore - continua Borghesi - è quello di non affidarsi a dj professionisti, nei disco pub a volte lavorano (a costi minori, ndr.) ragazzi alle prime armi che sfruttano le piattaforme e non propongono musica. Chi non ha capito che la disco deve rimanere disco, dove il ritmo deve far muovere la gente, ha chiuso e purtroppo in provincia di Sondrio hanno abbassato le saracinesche in tanti. È un peccato perché nel post Covid, c’era stato un boom di ragazzi che avevano voglia di divertirsi. Personalmente lavoro molto in Brianza e nel Milanese come dj in discoteca, mentre in Valtellina faccio serate in posti più piccoli, nei disco pub o nei bar".