Due degli arrestati giovedì mattina nell’ambito dell’operazione “Apres-Ski”, accusati di trasporto, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, erano già finiti in carcere a inizio dicembre 2023 e poi rilasciati. Si tratta dei due uomini di punta dell’organizzazione a Livigno, i collaboratori più fidati del boss, il 26enne esponente della mafia di Scutari che è ancora latitante e, per il momento, non si trova. Da una parte suo zio, Idrizi Indrit, il primo a mettere radici nel Piccolo Tibet e colui che avrebbe invogliato, in qualche modo, il nipote ad investire nella zona turistica. Dall’altra un 40enne, anche lui albanese e sempre collegato al clan di Scutari, Abdija Altin, che faceva da autista e portava la droga a Livigno, dove poi veniva divisa e data in mano ai pusher che si occupavano della vendita al dettaglio. I due sono finiti in manette il 3 dicembre scorso, erano controllati dagli investigatori della Mobile che già stavano indagando su di loro e sull’organizzazione criminale da 8 mesi. Gli agenti avevano intimato loro l’alt e i due, che inizialmente sembravano collaborativi, improvvisamente avevano spintonato i poliziotti e si erano dati alla fuga, lanciando un pacchetto, contenente ben un chilo di cocaina, nel giardino di una casa. La droga venne recuperata e loro arrestati. Ora, dopo un periodo passato in carcere dopo quel fermo, si trovavano a casa, ma giovedì mattina sono tornati in cella. Oltre a loro, in carcere altri 5 uomini, mentre altre 5 persone, tra cui una donna, sono agli arresti domiciliari. Oggi alle 9.30 i primi interrogatori di garanzia davanti al gip. Michele Pusterla
CronacaDue big dello spaccio di cocaina finirono in cella già a dicembre. Catturati con un chilo di “neve“