
Ezio Trabucchi ricorda l’ex presidente della Provincia di Sondrio, Enrico Dioli: tra i due c’era non soltanto un legame politico ma anche sincera amicizia
Sondrio, 15 aprile 2025 – La morte di Enrico Dioli porta via un altro pezzo di storia della politica valtellinese. Se n’è infatti andato domenica notte, nella sua casa di Calco (Lecco), un uomo che ha segnato la vita politica della Valtellina e della Valchiavenna soprattutto negli anni ’90.
Nel 1995 Enrico Dioli si tolse la “camicia“ di segretario provinciale della Cisl e scese in campo vincendo le elezioni con una coalizione di centrosinistra, col 57% dei voti, e diventando presidente provinciale. Carica che ha ricoperto fino al 1999. Originario di Sondrio, precisamente della frazione di Ponchiera, Dioli è entrato nella Cisl fin da giovane prima di entrare in politica proprio nel 1995. All’inizio degli anni 2000 fu uno dei fondatori della sezione valtellinese della Margherita prima di aderire al Partito Democratico.
Pur vivendo nel Lecchese, Dioli non aveva mai dimenticato la sua Valtellina. Ezio Trabucchi, amico fraterno di lunga data e compagno nell’attività politica, lo ricorda così: “Hai sempre minimizzato la malattia, io ho sottovalutato, conoscendo la tua tempra. Non ti ho salutato: ho un pesante rammarico, anzi ho colpa. Sei stato il mio testimone di nozze, la dice lunga di noi. Il mio fratello più grande in tanti anni di attività politica ed amministrativa. Alla fine del 1994, da giovane segretario provinciale del Partito popolare, cercavo con altri un candidato alla presidenza della Provincia di Sondrio. Tu eri segretario provinciale della Cisl: hai accettato di scendere in pista in un’impresa disperata in Valtellina per una coalizione di centro-sinistra. Ci buttammo dentro in una delle campagne elettorali più belle e appassionanti, stando in mezzo alla gente. Vincemmo e diventasti, nel maggio 1995, presidente della Provincia. U
n successo elettorale, che seguì di pochi mesi quello di Alcide Molteni a sindaco di Sondrio . Si era aperta una stagione politica innovativa. Tu ne sei stato un autorevole interprete, Enrico, con la tua grande umanità, la tua instancabile passione e la tua lucida visione. La Valtellina e la Valchiavenna ti devono un tributo di sincera gratitudine. Passerò nella tua vigna a Ponchiera, dove tante volte ci siamo seduti a discutere le decisioni da prendere, ognuno nel suo ruolo. Mancherai senza fine, fratello grande. A te Flavia tutto il mio abbraccio: so il vuoto che lascia il tuo, il nostro Chicco”.