Tirano – Il disastro, per ora, è stato evitato, ma la situazione è costantemente monitorata. Perché, si sa, le frane si muovono. E se i detriti crollati nei giorni scorsi dalla montagna sopra Brienz, paesino del Canton Grigioni a pochi chilometri dal confine con la provincia di Sondrio, l’abitato l’hanno solo sfiorato, il timore è che ci possano essere altri smottamenti. Cedimenti che potrebbero tornare a minacciare le case e gli altri edifici del centro evacuato il 12 maggio scorso, proprio per metterli al riparo dal rischio di venire travolti dall’enorme massa di pietre.
Le misurazioni
Intanto sono in corso i rilievi sulla colata di materiale precipitata a valle l’altro giorno. I tecnici dell’Istituto svizzero per lo studio della neve e delle valanghe ieri, sabato 17 giugno, hanno fatto decollare un drone nel cielo al di sopra della zona in cui si è verificata la frana. Obiettivo, effettuare le prime misurazioni, che torneranno utili per capire quale possa essere il futuro “comportamento” della montagna, così come per avviare iniziative di prevenzione di ulteriori cedimenti.
A quanto risulta si sono abbattuti a valle 1,2 milioni di metri cubi di materiale roccioso. Un distacco che ha lasciato un’enorme buco nella montagna, una voragine profonda fino a 50 metri come è stato indicato in un tweet apparso sul profilo del Comune di Albula, altro centro abitato nella zona. La domanda, a questo punto, è se anche il resto della massa sotto osservazione cadrà a valle.
Sorvolo in elicottero
Oltre al drone, si è scelto di sorvolare la zona anche con un elicottero, a bordo del quale si trovavano alcuni geologi. Gli specialisti hanno osservato che la piramide di detriti, in alcuni punti sulla strada in direzione di Lenzerheide, è alta fino a 15 metri. Gli esperti hanno sottolineato che la massa di pietre non è ancora stabile: si guarda alle previsioni meteo, in caso di piogge, infatti, potrebbero verificarsi nuovi distacchi.