San Giacomo Filippo (Sondrio), 31 maggio 2018 - La Statale 36 rimarrà ancora chiusa al traffico nonostante, l’altro pomeriggio, si sia verificato il tanto atteso crollo della frana di Gallivaggio. A preoccupare ancora tecnici e amministratori sono alcuni grossi massi rimasti, al momento, precariamente in bilico sopra la carreggiata e il santuario: fino a quando non verrà accertata la stabilità di questi blocchi di granito sarà vietato transitare lungo la carreggiata. «Come era previsto – commenta il tecnico di Arpa Lombardia, Luca Dei Cas - la maggior parte della frana è crollata. Come succede spesso in questi casi rimangono ancora alcuni massi da disgaggiare».
Il distacco di parte dei 5mila metri cubi di roccia non ha causato i danni che le autorità temevano: l’area sottostante è infatti stata risparmiata dall’impeto della frana, grazie all’opera di contenimento del vallo protettivo, realizzato nelle scorse settimane tra il luogo di culto e la parete della montagna. Impossibile, al momento, dare delle tempistiche sulla realizzazione o sull’entità dei lavori che andranno eseguiti. I tecnici assicurano, però che, grazie al distacco dell’80% della frana, sarà possibile agire con maggiore tempestività rispetto a quanto fatto fino ad ora. «Dobbiamo verificare la situazione, ma la frana probabilmente ci permetterà di agire in tempi più brevi rispetto a quello che avevamo in mente – dichiara Roberto Laffi, direttore della Protezione civile di Regione Lombardia - È comunque prematuro fare ipotesi sulle tempistiche». C
iò che è certo è che gli amministratori continuano a lavorare per realizzare, quanto prima, il progetto della pista alternativa che, bypassando la statale 36, dovrebbe garantire i collegamenti tra i 1.500 abitanti di Campodolcino e Madesimo e la Valchiavenna. «Martedì sera – dice il presidente della Provincia di Sondrio, Luca Della Bitta – è stato approvato il progetto esecutivo della pista esecutiva in variante alla 36. Martedì prossimo è convocata una conferenza dei servizi per ottenere le autorizzazioni necessarie ai lavori. Ora rimaniamo in attesa della dichiarazione dello stato di emergenza, ormai imminente, da parte del Consiglio dei ministri. Questo passaggio permetterà di velocizzare le tempistiche degli interventi che richiederanno dai 30 ai 40 giorni».