FULVIO D’ERI
Cronaca

Il lavoro oltre il confine con la Svizzera: tasse su, frontalieri giù

Sondrio, nel secondo trimestre del 2024 si è registrato un calo nei Grigioni. Si è passati da poco più di 9.100 salariati a 8.600, provenienti dall’Italia

FRONTALIERI

Il nuovo fenomeno potrebbe pesare sull’economia grigionese perché in alcuni settori, nello specifico il terziario, quello turistico e quello dell’edilizia, il cantone svizzero è letteralmente dipendente dal numero di frontalieri provenienti dalla vicina Lombardia

Sondrio – Cala il numero dei frontalieri nel Canton Grigioni ma in Valtellina (per ora) non c’è nessun allarmismo. Secondo quanto riferito alla televisione svizzera da Luis Stricker, il responsabile delle statistiche del cantone elvetico, nel secondo trimestre del 2024 si è registrato un calo di oltre 500 frontalieri. Si è passati da poco più di 9.100 unità e 8.600, provenienti dall’Italia. Dati incontrovertibili che segnalano un fenomeno inedito dal 2020 e che potrebbe aver ripercussioni sull’economia grigionese perché in alcuni settori, nello specifico il terziario, quello turistico e quello edilizio, il cantone svizzero è letteralmente dipendente dal numero di frontalieri provenienti dalla Lombardia.

Questo fenomeno, secondo gli analisti, è dovuto all’innalzamento delle tasse che i nuovi frontalieri dovranno pagare dall’anno prossimo in Italia. In Valtellina e Valchiavenna sono molti i frontalieri che, ogni giorno o ogni settimana, si recano nelle località dei Grigioni, ma anche in Ticino, per lavorare, attratti da stipendi che, in alcuni casi, triplicano o quadruplicano quelli italiani. Secondo il segretario provinciale della Cgil Guglielmo Zamboni i lavoratori frontalieri valtellinesi continuano a recarsi al di là del confine con “piacere”, perché al netto delle tasse il guadagno è ancora molto alto.

“Io non ho il sentore che ci sia un calo di frontalieri dalla Valtellina al vicino Canton Grigioni – dice Zamboni -. In provincia quasi il 90% dei lavoratori che vanno nei Grigioni è di natura stagionale, attualmente non ci sono cali. Una cosa posso dirla, però. Ultimamente, da quando cioè è stata approvata la legge che prevede un aumento delle tasse per i frontalieri, anche il valtellinese… pondera maggiormente la scelta di recarsi in Svizzera per lavoro.

Ci pensa, ma alla fine sceglie, per una questione economica, di andare lo stesso nei Grigioni o in altri luoghi della Svizzera perché comunque, anche con l’aumento delle tasse, un lavoratore guadagna sempre tanto (molto di più di quel che guadagnerebbe in Italia, ndr). Insomma un lavoro in Svizzera è ancora economicamente molto vantaggioso”.  Edilizia e terziario sono i settori della Confederazione che attirano più frontalieri, l’altro lato delle medaglia è che le imprese italiane fanno fatica a trovare collaboratori. Ma è la legge della domanda e dell’offerta.