Camilla Martina
Cronaca

Grandine in Valtellina, danni all'agricoltura

Dopo l'ondata di caldo record, una bomba d'acqua si è abbattuta sulla provincia di Sondrio. A rischio parte della produzione di mele e vino

La grandine caduta in valle  (National Press)

La grandine caduta in valle (National Press)

Sondrio, 9 luglio 2015 - Oon chicchi grossi e pesanti la grandine si è abbattuta sulle colture della Valtellina, seminando danni da ovest a est. Delle tre ondate registrate (stando al più recente aggiornamento di ieri, tardo pomeriggio), l’ultima in ordine di tempo ha colpito Lovero e Grosotto, ma la Fondazione Fojanini potrà essere più precisa solo una volta stimati i danni. Si può già parlare, invece, delle conseguenze di quella di ieri mattina (erano le 5) che ha interessato la Bassa Valle, causando alla vite, in zona Cercino - Traona, danni tra il 10 e il 15% (produzione Igt) e Mello- Civo tra il 10-20% (produzione Igt).

Nella stessa ora la grandine ha colpito anche la zona frutticola e i vigneti del tiranese con danni stimabili, al momento, tra il 2- 5%. Non paga è ritornata alle 8, all’imbocco della Valmasino (Ardenno), esaurendo la sua violenza mano a mano che risaliva la valle, per poi scemare all’imbocco della Valmalenco. In questo caso, come sempre succede, nella fascia Docg e Doc tra Ardenno e Sondrio, la vite è stata danneggiata in modo variabile. Ad Ardenno - Buglio in Monte i danni stimati vanno dal 25 al 40 %, a Berbenno – Postalesio 15 – 40% , a Castione 10 – 20 % , a Caiolo- Albosaggia 10 - 30%, a Sondrio 5 – 10 %. Non sono stati chiaramente risparmiati, neanche in questo caso, i frutteti che, a Berbenno in Valtellina e a Postalesio hanno subito danni ingenti: dal 40 - 80 %. Stessa intensità per i frutteti in zona Tartano.

«Solo la prossima settimana sarà possibile avere una stima completa - precisa il direttore Graziano Murada e i tecnici della Fondazione Fojanini - in quanto, al momento, sono riconoscibili solo le lesioni sugli acini e non gli eventuali danni al rachide (con perdita di porzioni di grappoli)». Il fenomeno della grandine è legato strettamente all’afa.. Ma le temperature africane di questi giorni, dicono dalla Fondazione, non sono le più alte registrate. Dal 30 giugno al 6 luglio, c’è stato sì un progressivo innalzamento, che ha portato la colonnina di mercurio dai 30 ai 33 gradi (per poi abbassarsi di qualche grado tra il 7 e l’8), ma niente a che vedere con i picchi di 35, 36 e 37 gradi registrati nel 2011, 2012, 2013.

«La percezione del caldo è legata, non solo alla temperatura, ma anche all’umidità relativa - proseguono dalla Fondazione - Questo mix fa sì che vi sia una accentuata differenza tra il caldo torrido (secco) e quello afoso (umido). La presenza in questi giorni, anche in valle, di tassi di umidità quasi sempre sopra del 50% è la causa di quel calore avvertito molto più alto rispetto ad altre estati in cui le temperature erano maggiori. Fenomeno legato alle correnti provenienti dal nord Africa». La grandine, come sempre, si è accompagnata alla pioggia: secondo i dati della Fojanini, dal 1 luglio all’8 luglio sono caduti 77 mm d’acqua a Talamona, 51 mm a Buglio, 11.4 mm a Sondrio, 11.8 mm a Ponte in Valtellina e 11 mm a Villa di Tirano. La pioggia di ieri in Valchiavenna invece ha causato allagamenti nella città del Mera, a Prata e Bette. In negozi del centro di Chiavenna e scantinati è entrata acqua. I pompieri sono intervenuti anche in Valmalenco. La vetrata del 1700 della chiesa di Sant’Eusebio, a Grosotto, è stata danneggiata dalla grandine.