ROBERTO CANALI
Cronaca

I novant’anni del Parco naturale. Un gigante da proteggere

Un gigante da proteggere, ma ancora da scoprire il Parco Nazionale dello Stelvio che in questi giorni ha festeggiato...

Un gigante da proteggere, ma ancora da scoprire il Parco Nazionale dello Stelvio che in questi giorni ha festeggiato...

Un gigante da proteggere, ma ancora da scoprire il Parco Nazionale dello Stelvio che in questi giorni ha festeggiato...

Un gigante da proteggere, ma ancora da scoprire il Parco Nazionale dello Stelvio che in questi giorni ha festeggiato il 90° anniversario della sua istituzione, il 24 aprile del 1935. Allora l’obiettivo era quella di tutelare flora, la fauna e i paesaggi del massiccio dell’Ortles-Cevedale, oltre a promuovere un turismo e una fruizione sostenibile nel cuore delle Alpi, oggi si sono aggiunte le sfide del cambiamento climatico che rischiano di trasformare in un ricordo i ghiacciai delle montagne alle quote più basse e ridurre considerevolmente la dimensione degli altri.

Un futuro che non è per forza a tinte fosche, ad esempio l’estate scorsa è stata ufficializzata la scoperta dei petroglifi sul Pizzo Tresero, in Valfurva, all’interno del perimetro del parco, a oltre 3000 metri di altitudine. Scoperti nel 2017 da un escursionista le successive analisi hanno datato queste incisioni all’età del Bronzo Medio, tra il 1600 e il 1200 a.C., facendone le incisioni rupestri preistoriche più alte d’Europa.

Le 11 figure mostrano esseri umani stilizzate in posizione di preghiera, una spirale, rappresentazioni di animali e altre figure. Il loro significato è ancora oggetto di studio, ma si ipotizza potessero avere valenza rituale o rappresentare elementi topografici. La loro vicinanza al Gavia le collega ad altre aree con incisioni rupestri in Lombardia, come la Val Camonica e la Valtellina, suggerendo una frequentazione umana di queste alte quote già in epoca preistorica.