
Un classico di Luigi Pirandello, dove predomina la tecnica dell’ironia, uno degli stili narrativi che contraddistinguono le opere del grande artista siciliano. Dopo il trionfale esordio con "La vita davanti a sé", interpretato da Silvio Orlando, la stagione di prosa della Fondazione Teatro Donizetti riprende, da lunedì 9 a domenica 15 gennaio, con "Il berretto a sonagli", un grande classico di Pirandello, che vede come protagonista principale Gabriele Lavia, che è anche regista dello spettacolo. In scena con lui che dà vita al personaggio di Ciampa, troviamo Federica Di Martino (che veste i panni della signora Beatrice Fiorica); Francesco Bonomo (Fifì La Bella); Matilde Piana (La Saracena); Maribella Piana (la vecchia serva Fana); Mario Pietramala (il delegato Spanò); Giovanna Guida (Assunta La Bella); e Beatrice Ceccherini (Nina Ciampa).
Pirandello scrisse "Il berretto a sonagli" per un grandissimo attore siciliano, Angelo Musco, che ottenne un trionfo assoluto come interprete del lavoro, tanto che quando lo spettacolo andò in scena a Torino, al teatro Carignano, venne recensito da Antonio Gramsci che parlò in modo entusiastico di Angelo Musco e malissimo di Pirandello. "Gramsci - spiega Gabriele Lavia, che è tra gli interpreti del nuovo film di Pupi Avanti "La quattordicesima domenica del tempo ordinario" - non aveva compreso la grandezza di Pirandello, la grandezza de ‘Il berretto a sonagli, A birritta cu’i ciancianeddi del buffone. Il modo in cui Pirandello trova l’unica possibilità di poter dire la verità in faccia a tutti: cacciarsi in testa il berretto a sonagli della pazzia e scendere in piazza a gridare in faccia a tutti la verità, che è la scelta che opera Pirandello con la sua scrittura. Non fa altro che mettersi il berretto a sonagli della pazzia e dire a tutti la verità. Senza il berretto a sonagli non puoi dire la verità in faccia a tutti". Michele Andreucci