SARA BALDINI
Cronaca

Il dramma di Francesco Petrone a Delebio: la quiete spezzata a 90 anni, le fucilate agli operai, il rimorso e la scelta di farla finita

Valtellina, l’ennesima lite per polvere e rumori. Poi il tentato omicidio che diventa suicidio. L’ex dipendente della Carcano ha sparato a due lavoratori nella casa accanto e si è ucciso con la sua Beretta

Gli investigatori dei carabinieri a Delebio (foto Anp)

Gli investigatori dei carabinieri a Delebio (foto Anp)

Delebio (Sondrio) – Spari in pieno centro a Delebio, il paese all’inizio della Valtellina per chi giunge dal lago o da Milano, in una traversa di quella Statale 38 che fino a pochi anni fa tagliava proprio il centro abitato. Qui, nello stretto vicolo Monticelli, poco dopo le 14.30 di martedì 22 aprile, sono stati uditi distintamente alcuni spari. Ad esploderli un novantenne, Francesco Petrone, classe 1935, ex dipendente della Carcano, che poco prima aveva avuto una discussione – l’ennesima - con Italo A. di Piantedo, che insieme a un imbianchino stava effettuando alcuni lavori di ristrutturazione nello stabile di proprietà che sorge a pochi metri di distanza dall’abitazione dell’anziano. Lavori che, almeno per Petrone, stavano durando da troppo tempo, con quel corollario di polvere e rumori che il novantenne, ormai, non sopportava più.

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Forse proprio l’esasperazione e qualche parola di troppo, nel cortile comune hanno convinto il novantenne, ex cacciatore con diversi fucili in casa regolarmente detenuti, a imbracciarne uno e a fare fuoco contro gli uomini che lui aveva individuato come “causa” della sua perduta quiete casalinga. La tragedia è stata sfiorata per un soffio perché Italo A. è stato colpito alla tempia, mentre l’imbianchino, che si trovava su un ponteggio, vicino a un occhio e a un braccio.

Quest’ultimo è riuscito a scappare in strada e a chiedere aiuto, mentre Italo A. dopo pochi metri si è accasciato al suolo. A quel punto Petrone, verosimilmente, deve aver temuto di aver ucciso l’uomo e, sconvolto, è rientrato nella propria abitazione e lì ha preso una pistola, una Beretta 7.65 anche questa regolarmente detenuta e si è sparato.

Il tentato omicidio si è così trasformato in un suicidio, comunque tragico epilogo di una storia fatta di un crescendo di dissapori che tuttavia nessuno, neanche tra i vicini e i conoscenti di Petrone, avrebbe mai immaginato potesse degenerare a tal punto.

In paese la notizia si è diffusa rapidamente suscitando enorme sgomento, sul posto i sanitari di Areu che hanno trasportato all’ospedale Moriggia Perlascini di Gravedona i due feriti, il più grave in codice giallo e il collega di lavori di ristrutturazione, sin da subito apparso in condizioni meno serie, in verde. Per loro un enorme spavento, ma se la caveranno.