Sondrio, 1 febbraio 2021 - L’entrata della Lombardia in zona gialla apre uno spiraglio per l’apertura degli impianti di risalita il prossimo 15 febbraio, data stabilita nell’ultimo Dpcm per l’inizio della stagione dello sci alpino, disciplina che rappresenta il traino per il turismo invernale.
Se è vero che in montagna si possono praticare altre bellissime attività, e sport, quali sci di fondo, sci alpinismo, ciaspole, solo per ricordarne alcune, è altresì vero che lo sci alpino rappresenta almeno l’80% del flusso turistico nelle stazioni sciistiche. La notizia dell’entrata della Lombardia in zona gialla è stata accolta con grandissimo favore dagli operatori turistici delle località turistiche della Lombardia. Una regione ad alta vocazione sciistica dove i chilometri di piste sono ben 700, distribuiti nei vari comprensori, concentrati principalmente nelle province di Sondrio, Bergamo e Brescia. Da Livigno a Bormio, dall’Aprica alla Valmalenco alla Valchiavenna, in provincia di Sondrio, dal comprensorio di Pontedilegno-Tonale al Passo Maniva e Montecampione fino a Foppolo, gli operatori turistici sperano di poter riaprire il 15 febbraio per poter vivere perlomeno uno sprazzo di una stagione gravemente e irrimediabilmente compromessa.
Gli introiti per le società proprietarie degli impianti di risalita avranno quest’anno un crollo del 70/80% rispetto a quelli della scorsa stagione. Poter riaprire anche solo per questo finale di stagione, per un mese e mezzo o due, rappresenterebbe però una piccola boccata di ossigeno per tutto il comparto turistico. Gli operatori ci credono ma per farlo ci vogliono ancora alcuni passi essenziali. “Devo dire che l’entrata in zona gialla della Lombardia è un fattore positivo che ha dato entusiasmo a tutti noi operatori – dice Marco Rocca, amministratore delegato del comprensorio sciistico del Mottolino a Livigno - ma da qui a dire che siamo sicuri di aprire il 15 febbraio ce ne passa. Innanzitutto il protocollo, inviato dalla Anef (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari) al Cts deve essere ancora approvato e questo è un passaggio fondamentale per poter riaprire. Speriamo che questa approvazione arrivi al più presto, nei prossimi giorni perché noi abbiamo bisogno di organizzarci per poter aprire i battenti. Bisogna preparare le piste, mettere in sicurezza gli impianti e effettuare altre operazioni che non abbiamo potuto fare avendo, tra l’altro, il personale in cassa integrazione. Le stazioni di partenza e arrivo degli impianti sono 'sommersi' dalla neve. Per avviare una stazione sciistica servono 15 giorni, quindi il tempo stringe. E poi un altro problema è quello relativo al contingentamento del numero di turisti che possono sciare in una determinata località turistica. Come si farà in pratica a determinare il numero massimo di sciatori che potranno sciare in un comprensorio? E’ chiaro che sarà difficile trovare una soluzione che vada bene per ogni località. E’ un problema non da poco. Se si scioglieranno questi nodi, noi siamo pronti ad aprire e la stagione può iniziare. Sarebbe veramente importante per tutti, anche dal punto di vista psicologico oltre che ovviamente sotto l’aspetto meramente economico, poter incominciare una stagione e vivere perlomeno una parte finale con gli sciatori in pista”.