Livigno (Sondrio), 8 febbraio 2021 - A Livigno, come nel resto delle località turistiche, è partito il countdown in vista dell’apertura degli impianti che dovrebbe avvenire lunedì 15 febbraio. Il condizionale è però d’obbligo sia perché mancano ancora 7 giorni e, per aprire, bisogna rimanere in zona gialla sia perché dopo quello del Comitato Tecnico Scientifico si attende il via libera dal Governo. Dovessero valutare i benefici economici, i proprietari degli impianti potrebbero anche decidere di non aprire, ma sicuramente un po’ tutti "alzeranno la serranda" per offrire un servizio essenziale agli sciatori che rappresentano l’80/90% dei turisti. E questo vuol dire far lavorare tutto l’indotto. A Livigno, forse più che in altre località, alberghi, bar, ristoranti e, in generale, tutte le attività commerciali finora hanno registrato ingenti perdite e questi ultimi due mesi di stagione potrebbero rappresentare un piccolo, piccolissimo, ma importante sostegno.
«In vista dell’ormai prossima apertura degli impianti al pubblico – ci dicono dalla Sitas, una delle tre società impianti di Livigno - forse in Sitas siamo un po’ più facilitati di altri, dal punto di vista organizzativo, per il fatto che in questi ultimi due mesi abbiamo cercato di mantenere un minimo di attività per consentire l’allenamento degli atleti". In paese si sono allenati parecchie volte gli azzurri e le azzurre dello sci alpino, dello snowboard e del freestyle. Livigno, però, dovrà fare a meno dei turisti stranieri. "Al momento ci muoviamo in un contesto di totale incertezza: siamo contenti di aprire ma non abbiamo idea dei flussi di clientela che possiamo aspettarci, essendo la situazione epidemiologica molto grave anche all’estero da cui deriva una mobilità internazionale fortemente limitata.
In Italia c’è una crisi economica e la mobilità infra-regionale è preclusa a tutt’oggi. Peraltro, i ristori promessi, non arrivano e la normativa giuslavoristica non facilita l’assunzione di nuovo personale, mantenendo un profilo di rigidità: chi sta fruendo della cassa integrazione anche solo parzialmente, non può, come regola generale, assumere personale né stagionale né a chiamata, ma dal punto di vista strettamente operativo, per noi sarebbe più logico riassumere una parte dei nostri soliti collaboratori stagionali, magari facendoli lavorare meno ore ciascuno, ma un po’ a turno tutti o il più possibile e, quindi, usufruendo per tutti della cassa integrazione a turno: sarebbe più logico e democratico. Invece l’istituto della cassa non sembra pensato né per i contratti stagionali, per questa incredibile ed assurda situazione e nonostante il problema della nostra categoria sia noto a tutti, siamo rimasti nel dimenticatoio".