REDAZIONE SONDRIO

La buona sanità in Valle. Premiato il dottor Inzirillo

Sondalo, il chirurgo toracico del Morelli ha vinto un contest divulgativo. Grazie al suo CoviDiario via social durante la pandemia poi diventato libro .

Francesco Inzirillo, chirurgo toracico, lavora al Morelli di Sondalo

Francesco Inzirillo, chirurgo toracico, lavora al Morelli di Sondalo

"Non chiamatemi influencer, però!". Chirurgo toracico all’ospedale Morelli di Sondalo, palermitano di nascita ma ormai di casa in Valtellina, Francesco Inzirillo è fresco di un prestigioso riconoscimento che gli è stato conferito sabato a Roma al Social Medical Awards delle Università degli Studi Link ed eCampus, il primo evento che premia i creators in ambito medicale. Tra i sei premiati, anche Matteo Bassetti, medico infettivologo che tutti abbiamo avuto modo di conoscere in tv nei lunghi mesi dell’emergenza Coronavirus. Ed è proprio durante il periodo della pandemia, quando l’ospedale di Sondalo fu trasformato in dedicato ai soli pazienti Covid che il dottor Inzirillo ha iniziato la proprio avventura social con quello che chiamò #coviDiario e che poi divenne anche un libro.

Ogni giorno per 60 giorni, dal marzo 2020 un pensiero, una spiegazione, una finestra aperta su quel "dentro" le mura dell’ospedale dove si guariva - e si moriva - senza parenti vicini, ma anche descrizioni di momenti di vita (da medico) quotidiana o riflessioni sul rapporto con i pazienti. I post di Inzirillo in breve sono diventati virali (giusto per rimanere in tema...) ma soprattutto anche nel dopo Covid il medico ha deciso di proseguire con questa forma di divulgazione medico-scientifica. "Attualmente ho una community di 120mila followers, mi dicono che so spiegare bene le cose complicate - dice - Inizialmente i medici sui social non erano ben visti, ma io rivendico il nostro dovere di informare e se i medici vanno in tv e vengono intervistati sui giornali, perché non possono usare YouTube, Facebook o TikTok?". Inzirillo racconta di avere una audience composta per lo più da gente comune e di qualche collega che ancora storce il naso. "Ma divulgare con serietà sui social è un elemento che non sminuisce la professionalità del medico – dice – anzi, io penso diventerà sempre più parte della nostra professione. Io stesso mi sono laureato nel 2000 e mai avrei immaginato una simile rivoluzione. In più, non sono sponsorizzato e parlo di ciò che so oppure di ciò che mi chiedono, non prima di ripassare o studiare prima l’argomento, se è il caso. Inoltre, e ci tengo molto a sottolineare questo aspetto, non faccio diagnosi sul web, né consiglio terapie". Sara Baldini