"La nostra fine sarà la vostra fame", "Il cibo non nasce in laboratorio, ma dalle mani di un agricoltore". I messaggi erano forti e chiari, almeno quanto il rumore assordante dei loro clacson. Non è certamente passata inosservata la marcia dei trattori che nel primo pomeriggio di ieri ha preso le mosse da Talamona, alla rotonda del Tartano dove da giorni vi era il presidio di "Agricoltori italiani", alla volta di Sondrio. Una trentina – trentadue per la precisione – i mezzi che in fila indiana che hanno sfilato lungo la Pedemontana Orobica sino a Sondrio e ne hanno attraversato alcune strade, per poi tornare alla base percorrendo, in parte, la Statale 38 alla propria velocità. "La partecipazione è stata buona, senz’altro più che altrove. Diciamo che ci aspettavamo questi numeri, anche se a ben guardare le aziende agricole e zootecniche in provincia di Sondrio e Alto Lario sono almeno metà di mille… – commenta realistico Marco Digonzelli il portavoce a livello locale del movimento spontaneo nazionale "Agricoltori italiani" - Di certo ci siamo fatti vedere e sentire, la gente ci salutava, ci ha applaudito. Tutto bello, ma vorrei dire che è anche l’ultima volta che usiamo le "maniere buone". A distanza di 12 mesi dalla manifestazione dello scorso anno cosa è cambiato? Nulla. Anzi, se vogliamo dirla tutta le ultime novità ci penalizzano di più. Vogliamo parlare del Quaderno di campagna informatizzato o dei vincoli per spandere i nitrati e poi quanta burocrazia, troppa burocrazia a rendere ancora più difficoltoso il nostro lavoro. Personalmente sono 40 anni che lotto per la tutela del mio settore, ma l’impressione è che all’Italia dell’agricoltura italiana non importi nulla". Oggi il presidio di Talamona sarà smantellato. Si punta a un incontro al Pirellone. Sara Baldini
CronacaLa protesta dei trattori in Valle. Sfilata di trenta mezzi sulla 38