
L’immigrazione femminile Donne straniere in Lombardia presenti ma sempre “assenti”
Presenti ma assenti dalle politiche migratorie, di asilo, di welfare. Una situazione paradossale quella in cui si trova la maggior parte delle donne con background migratorio, fotografata dal primo studio socio-statistico sulle migrazioni femminili in Italia del Centro studi e ricerche Idos e dall’Istituto di studi politici ‘S. Pio V’. Pur essendo da sempre protagoniste dell’immigrazione straniera e pur essendo dinamiche e autonome nei loro percorsi, le donne immigrate sono "marginalizzate e schiacciate su posizioni subalterne da modelli di organizzazione sociale ed economica gerarchizzati per genere e cittadinanza, che le espongono a meccanismi di discriminazione".
Emblematica è la loro condizione occupazionale. In Lombardia, all’1 gennaio 2022 si contavano 585.159 donne straniere (dati Istat), pari al 50,65% del totale degli stranieri. Nel mondo del lavoro, però, al terzo trimestre 2022 il loro tasso di disoccupazione era più alto rispetto a donne italiane e uomini: 9,1% nel Nord Est (Brescia, Bergamo, Cremona, Mantova), 15,8% nel Nord Ovest (in cui rientrano le altre province lombarde). Le stesse dinamiche si riscontrano per i tassi di occupazione: una "sottorappresentanza statistica che rimanda anche a un loro più ampio coinvolgimento nel lavoro nero". Quando lavorano, inoltre, sono per lo più incanalate in attività (cura, agricoltura, servizi in uffici, alberghi e ristoranti) poco riconosciute nel loro valore sociale ed economico. Per questo la ricerca parla di donne che "restano bloccate tra una forte volontà di affermazione personale e la cronica esposizione a condizioni di vulnerabilità, pagando condizionamenti culturali tanto in famiglia quanto nella società. di partenza e di arrivo".
Federica Pacella