REDAZIONE SONDRIO

L’Sos lupo? Grazie a WhatsApp

In provincia di Sondrio sta nascendo un gruppo di persone competenti in materia per discutere della problematica relativa alle predazioni di lupi e orsi in Valtellina e, possibilmente, per provare a risolvere la questione con una strategia condivisa con enti e autorità competenti. Del gruppo fanno parte allevatori e conoscitori della montagna che hanno deciso di rompere gli indugi per provare a trovare una soluzione ad una problematica assai sentita, tornata alla ribalta dopo il ritrovamento di 18 pecore sbranate da un lupo in Val Fontana, che rischia di mettere seriamente in pericolo l’attività pastorizia in Valtellina e Valchiavenna. "La finalità del gruppo, per ora riunitosi via WhatsApp, - dice Marco Paganoni, appassionato allevatore valtellinese – è quella di entrare nel merito della problematica relativa ai grandi predatori che, ricomparsi negli ultimi anni in provincia di Sondrio, mietono "vittime" nelle greggi. Ora sul gruppo cerchiamo di segnalare la presenza del lupo in una determinata zona così da mettere in preallarme gli allevatori che stanno facendo pascolare i loro animali. Ma vogliamo affrontare il problema nella sua complessità per trovare una soluzione condivisa con gli enti e le autorità preposte. Siamo preoccupati ma anche spaventati per la presenza di questi predatori". Quale la soluzione? "A livello personale posso dire che sicuramente è un problema che va affrontato in maniera organica e nella sua complessità. Va benissimo istituire un tavolo con tutte le componenti coinvolte ma va fatto un ragionamento più ampio per trovare una soluzione che salvaguardi l’attività dei pastori che, ripeto, fanno sacrifici per allevare e tenere in vita anche razze autoctone. Io per esempio ho 10 pecore "Ciuta", una razza valtellinese, ci ho impiegato 10 anni per far crescere questo piccolo gruppo, per me è una passione. E se queste pecore venissero attaccate dal lupo, i miei sforzi e i soldi spesi in questi anni andrebbero in fumo. Avanti di questo passo i pastori sono costretti (alcuni purtroppo già lo fanno, ndr.) ad abbandonare certe zone e certi alpeggi. E così facendo ne va anche del territorio montano perché è il contadino che mantiene in ordine la montagna e che si prende cura dell’ambiente montano. Bisognerebbe adottare politiche a salvaguardia di chi tutela il territorio, una funzione che di certo non fa chi è seduto in poltrona ma chi è sul campo. Le problematiche sono tante. Ci vuole una soluzione organica del problema, noi siamo pronti a fare la nostra parte".

Fulvio D’Eri