SARA BALDINI
Cronaca

Luca Chiarini e il ritorno al Morelli: mi ha salvato la vita. Le cure, l’amicizia con la volpe e “la famiglia” dell’ospedale

Il “Bura”, atleta disabile della Federazione tennis tavolo, di nuovo in cura. “È l’ottava volta, qui trovo pace e competenza. Spero riapra il terzo piano”

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Luca Chiarini durante il primo ricovero al Morelli aveva fatto amicizia con una volpe che nutriva

Sondalo (Sondrio)  – Se mai l’ospedale Morelli dovesse scegliere un testimonial Luca Chiarini da Solarolo (Ravenna), il Bura per chi lo conosce come atleta disabile della Federazione italiana tennis tavolo, sarebbe l’ideale. In questi anni in realtà, seppur senza ingaggio, a quell’Unità Spinale che “mi ha salvato la vita”, dice, di pubblicità ne ha fatta parecchia, arrivando anche a prendere pubblicamente le difese del presidio dell’Alta Valle quando più insistenti si fecero i timori di un drastico ridimensionamento.

L’amicizia con la volpe e il video virale

Il Bura è poi riuscito a far accendere i riflettori sul Morelli anche per un ben più curioso motivo: nel 2017, mentre si trovava a Sondalo per adattare la sedia a rotelle – dove si trova dal 2002 a causa di un incidente – alla pratica del ping-pong, Luca aveva fatto amicizia… con una volpe. Si incontravano ogni sera sulla soglia del padiglione dove Bura era ricoverato e lui la nutriva con pane e prosciutto. Il video dell’animale che, seppur timoroso, si avvicina a Luca, pubblicato su YouTube, diventò virale e in quell’occasione Luca ringraziò “per professionalità e bravura tutti gli infermieri, gli operatori sanitari, i medici e i terapisti del Morelli. Sono come una famiglia”.

L’ottava volta al Morelli 

Naturale allora per Luca tornare, quando ha bisogno, a 500 chilometri da casa. Questa è l’ottava volta. “Qui trovo pace e competenza, quattro anni fa mi hanno salvato la vita e in questi giorni ho scelto ancora una volta Sondalo perché unico – dice l’atleta, medaglia d’argento ai Campionati nazionali assoluti 2024 e in procinto di riprendere i trofei internazionali – C’è difficoltà nel trovare personale, soprattutto infermieri, ma l’Unità Spinale non molla, pur accorpata in un solo piano con l’Unità Complessa di Neuroriabilitazione. Io, come tanti altri ragazzi che vivono una fisicità complessa, spero che il terzo piano riapra prima possibile. Non posso pensare che una delle eccellenze italiane debba crollare o anche solo tremare”.

I risultati 

“Io parlo da paziente e a 44 anni, dopo 22 di tetraplegia, non ho paura di metterci la faccia. E ringrazio anche a nome di Emanuele Ardovino, 17 anni, di Salerno, giovane promessa del Tennistavolo paralimpico che grazie a Sondalo potrà sedere finalmente in modo corretto nella carrozzina quotidiana e anche creare la propria carrozzina da gioco con la competenza di Antonio Spagnolin e del suo staff di terapisti”.