
Contro l’aumento delle tariffe di gas e energia elettrica c’è sempre il legno, almeno in montagna. Dal 1° ottobre, milioni di italiani si ritroveranno la bolletta del gas e dell’energia elettrica in aumento rispettivamente del 14,4% e del 29,8%. Una beffa al Green Deal con un regalo di oltre 5 miliardi di euro, tanto per iniziare, e con la riduzione dell’aliquota IVA al 5% a favore dei soli e soliti rivenditori di fonti fossili. Nelle zone montane ci sono ancora oltre 450 Comuni non metanizzati. "Una alternativa al gas, contro il caro bollette c’è, almeno in montagna – spiega il presidente nazionale della Federazina produttori di Energia rinnovabile, il tiranese Walter Righini - I boschi da decenni abbandonati, fonte rinnovabile a kilometro zero. I 96 impianti di teleriscaldamento associati, alcuni da oltre 20 anni, sono la dimostrazione della validità dell’iniziativa e della messa in atto di filiere di approvvigionamento di biomassa legnosa locale di medio-lungo periodo". A fronte di una serie di rincari generalizzati i clienti degli impianti di teleriscaldamento alimentati a biomassa vergine il prossimo inverno potranno contare su una bolletta praticamente inveriata, o con aumenti che nella peggiore delle ipotesi non supereranno il 3%.
"In questi giorni in cui da una parte, a Milano nel corso del Youth4Climate si ribadisce l’urgenza di accelerare la transizione ecologica e ridurre la dipendenza dei combustibili fossili, dall’altra assistiamo all’aumento delle bollette energetiche, chiediamo al Governo di cambiare veramente passo, di dimostrare agli operatori, agli investitori e soprattutto ai cittadini di voler fattivamente favorire il passaggio dal gas importato alle fonti rinnovabili localmente disponibili".
Fulvio D’Eri