
Vittorio Moroni, regista e sceneggiatore vive a Roma ma è originario di Sondrio
"Conosco la liturgia che comprende, come primo step, noleggiare uno smoking, andare dal Presidente della Repubblica e poi, quest’anno il 7 maggio, a questa grande festa del cinema italiano che è la premiazione dei David di Donatello". A conti fatti il regista e sceneggiatore sondriese Vittorio Moroni uno smoking potrebbe pure comprarselo, considerato che questa, per lui, è la terza nomination, dopo quella del 2006 come regista emergente per il suo “Tu devi essere il lupo“ e nel 2022 per la sceneggiatura de “L’immensità“ di Emanuele Crialese. "La bella notizia è arrivata lunedì – racconta raggiante –. Il film “Familia“ di Francesco Costabile ha ricevuto otto candidature ai David di Donatello e una mi riguarda, perché è relativa alla sceneggiatura che ho scritto insieme a Francesco e Adriano Chiarelli".
Familia è tratto dall’autobiografia “Non sarà sempre così“ di Luigi Celeste, che nel 2008 uccise il padre e fu condannato a nove anni di reclusione per omicidio. La critica lo ha descritto come "Un melò violento e claustrofobico con l’anima di un cupo thriller che getta lo spettatore in un’atmosfera carica di tensione, facendolo diventare membro esterno della famiglia che racconta". "È stato un viaggio molto complicato perché questo film, questa sceneggiatura derivano da una storia vera, dolorosa, crudele che noi abbiamo indagato molto a fondo durante oltre un anno di lavoro. Il nostro compito, complicato, è stato riuscire a trovare un equilibrio il più esatto possibile tra la verità dei fatti storici e la libertà di trasformare questi fatti in un film che fosse potente, ma rispettoso a un tempo. Il fatto di far parte della sestina, di essere stati scelti, un po’ ci incoraggia perché forse ce l’abbiamo fatta". Nella sestina delle sceneggiature non originali (tratte da un libro) se la dovrà vedere, tra gli altri, con “Campo di battaglia“, tratto dal romanzo storico “La sfida“ d un altro sondriese, Carlo Patriarca. S.B.