
Uomini del soccorso alpino
San Giacomo Filippo (Sondrio), 7 luglio 2014 - «Gli itinerari vanno sempre studiati prima, a casa, in rapporto alla propria preparazione fisica, in caso di maltempo è meglio poi avere un itinerario di riserva. In montagna l’equipaggiamento deve essere adeguato, scarponi adatti e zaino». Sono solo alcuni dei consigli e delle precauzioni da adottare quando si affronta un’escursione in montagna come raccomandano gli esperti. Ma anche il capostazione del Soccorso alpino speleologico di Chiavenna, Giuseppe Cerfoglia, non ha molte parole di fronte ad una tragedia causata dalla fatalità.
Ieri mattina infatti due escursionisti, parte di una comitiva di dieci persone, sono morti lungo il sentiero che porta alla cima del monte Pizzaccio (2500 metri), nel Comune di San Giacomo Filippo, dopo che un masso si è staccato dalla parete investendo i due e trascinandoli in un dirupo. A perdere la vita Lino Pozzoli, 69 anni, di Inverigo, nel Comasco e Valeria Nunzi, 54 anni, residente a Lierna, in provincia di Lecco, ma originaria di Città di Castello (Perugia).
Secondo le ricostruzioni dell’incidente su cui indagano i militari del Soccorso alpino della Guardia di Finanza di Madesimo e i carabinieri di Campodolcino, i due escursionisti stavano attraversando un tratto di sentiero esposto e a precipizio sulla montagna quando un masso li ha investiti facendoli cadere per 200 metri in un dirupo. Pozzoli e Nunzi sono deceduti sul colpo e gli altri amici che si trovavano con loro hanno subito lanciato l’allarme al 118, intervenuto con l’elisoccorso di Como.
«Il Pizzaccio è spesso meta di numerosi escursionisti e il percorso effettuato dal gruppo non richiedeva l’imbragatura – spiega Cerfoglia -. L’incidente si è verificato a 2.400 metri di quota, a poca distanza dalla vetta dove si staglia la croce del Pizzaccio. La comitiva si trovava proprio nell’unico punto della via impervio ed esposto». In serata gli uomini del Soccorso alpino sono intervenuti per la ricerca di una donna di 64 anni dispersa in un alpeggio a Villa di Chiavenna. Non vedendola rientrare come al solito i familiari si sono preoccupati e hanno dato l’allarme ma nel frattempo, la donna è rientrata a casa da sola percorrendo una via diversa, da Soglio fino a Castagneda. Le sue condizioni di salute sono buone.