Andalo Valtellino (Sondrio) Tragedia l’altra sera, poco prima delle 21, nelle acque del torrente Lesina, che divide gli abitati di Andalo Valtellino e Delebio. Un 43enne di nazionalità nigeriana, Michael Seriki, 43 anni, residente da circa tre anni ad Andalo, con amici pure nel Lecchese, è morto in una pozza profonda oltre due metri all’interno del corso d’acqua, dove si era tuffato per rinfrescarsi dalla calura di una giornata dall’afa opprimente, come abbiamo riferito in breve nell’edizione di ieri de “Il Giorno“ dando la tragica notizia.
Alcuni amici e connazionali che erano con lui, sulla riva del corso d’acqua, hanno subito lanciato l’allarme, ma quando sul posto è giunto il personale sanitario di un’ambulanza e di un’automedica, mandato dalla centrale di Areu (Agenzia regionale emergenza e urgenza), non ha potuto che constatare il decesso dello straniero che, nel frattempo, era stato riportato a riva dall’intervento dei Vigili del fuoco del distaccamento di Morbegno. I sanitari, con diverse manovre, hanno cercato di rianimare lo sfortunato nigeriano, ma non c’è stato nulla da fare. È stato, probabilmente, colpito da un improvviso malore durante l’immersione nelle acque gelide e profonde della pozza e non è riuscito a salvarsi, nonostante la richiesta di aiuto da parte dei connazionali presenti sia stato tempestivo.
I carabinieri della caserma di Delebio, sul posto con i colleghi della Stazione di Traona, inviati dalla Compagnia di Chiavenna, hanno raccolto le testimonianze e informato la Procura di Sondrio che non ha trattenuto la salma. La dinamica di quanto accaduto è chiara e non necessita l’autopsia. Altre tragedie analoghe sono avvenute qui. E a fine agosto 2021 un carabiniere-eroe recuperò un 12enne nordafricano che stava annegando.
«Seriki era perfettamente integrato nella comunità - spiega il sindaco di Andalo, Juri Girolo -. Ha lavorato nella segheria MDR (nata dalla fusione fra segherie Camillo De Rossi e Franco Mariana), mentre ora era assunto in un’azienda metalmeccanica di Mantello. Abbiamo cercato di contattare il Consolato della Nigeria, per capire se la salma - ora affidata al Comune - sarà espatriata, o dovremo dare noi sepoltura qui. La famiglia, moglie e figli, vive là. Lui era qui da solo a lavorare".