SARA BALDINI
Cronaca

Omicidio di Donald Sacchetto, Simone Rossi a casa per Natale: ha voglia di ritornare in Valtellina

Ardenno, grazie a un permesso per la prima volta rientra dall’arresto. Il quarantatreenne, che lavora, ha potuto incontrare gli amici di sempre

Simone Rossi accompagnato dagli agenti della Polizia penitenziaria ai tempi del processo nel capoluogo

Simone Rossi accompagnato dagli agenti della Polizia penitenziaria ai tempi del processo nel capoluogo

Ardenno (Sondrio) – Tre giorni scarsi, ma comunque e per la prima volta a casa, ad Ardenno, per fare Natale con parenti e amici. Da due anni ormai si ventilava questa eventualità e nella notte tra il 24 e il 25 Simone Rossi in Valtellina ci è tornato per davvero proveniente dall’Elba, Porto Azzurro, nella struttura specializzata in lunghe pene dove l’uomo, ora 43enne, è stato trasferito dopo una prima parte di reclusione trascorsa a Monza e a Opera.

Simone Rossi fu condannato a 32 anni a Sondrio, poi scesi a 30, per l’omicidio, la distruzione e l’occultamento del cadavere di Donald Sacchetto, operaio in Austria, che quella sera del 16 maggio 2009 si trovava in Valle e stava festeggiando il proprio trentaseiesimo compleanno. Ucciso e fatto sparire: un cane addestrato alla ricerca troverà un piccolo frammento di cranio nella cava, mentre i pochi altri resti vennero restituiti alla famiglia in un recipiente grande come un bicchiere. "La sola idea che, presto, io e mio padre Livio lo potremmo incrociare in una via del paese mi sconvolge e mi spaventa" affermò due anni fa la sorella di Donald, Loana Sacchetto.

Il clima delle festività e la brevità del soggiorno hanno reso questo clamoroso ritorno quasi invisibile, ma non del tutto, perché Simone Rossi oltre ai genitori e al fratello ha trovato il tempo di incontrare, dopo 15 anni di detenzione, anche alcuni amici di vecchia data con cui si è pure concesso un bicchiere di vino e uno spuntino a base di pane e salame. Il bel ragazzo dai tratti quasi delicati è ingrigito e si è trasformato in un bell’uomo, sempre in perfetta forma e, dicono, ha una gran voglia di rifarsi una vita e tornare a lavorare.

Del resto già all’Elba Rossi lo fa da qualche anno: nell’estate del 2021 è stato autorizzato al lavoro all’esterno del penitenziario, prima in una cucina di un albergo, ora come geometra. Dall’agosto 2022, inoltre, ha la possibilità di uscire dalla mattina alla sera per quattro giorni al mese, senza dovere andare a lavorare. Insomma, non è affatto peregrina l’eventualità che a breve Simone godendo della semilibertà possa essere trasferito nel carcere di Sondrio così da poter lavorare poi nella ditta di famiglia, quella dove furono trovati i resti del povero Donald. "Pur credendo fortemente nella funzione rieducativa – affermò già due anni fa a tal proposito Carla Mango, l’avvocato della famiglia Sacchetto – lascia perplessi che dopo così pochi anni in carcere, per un delitto tanto efferato, si possa già parlare di semilibertà per lui ad Ardenno dove risiede il padre della vittima e, nelle vicinanze, degli altri familiari dell’ucciso".

Sara Baldini