La disabilità dà fastidio? Nessuno lo affermerà apertamente, ma ciò che è accaduto nel fine settimana deve far pensare. Simone, Paolo, Benedetta, Nenè, Federica e tanti altri ancora. Ogni zaino, un nome; dentro lo zaino, la loro storia. Chi ha voluto conoscerla, sabato e domenica grazie all’esperienza proposta dall’associazione “Ops! Cambio di Rotta“ questo zaino lo ha messo davvero sulle proprie spalle, avvertendo così non solo idealmente il peso che portano sempre le famiglie delle persone con disabilità, tutti i giorni dell’anno, in silenzio, con sacrificio e orgoglio, pensieri per il “dopo“, ma anche per un presente non ancora così inclusivo. L’iniziativa, efficace nel proporre un viaggio emozionale, zaino in spalla e cuffie sulle orecchie, per ascoltare la storia di vita dello “zaino“ scelto lungo un percorso di immagini, colori e ombre, è stata riproposta, patrocinata dal Comune, nella sala esposizioni di palazzo Pretorio, a un anno dalla prima volta, proprio per il messaggio senza tempo che veicola.
Missione compiuta? Sì se si leggono i numerosi pensieri intrisi di commozione lasciati dai visitatori al termine del percorso. Non ancora, se si considerano i bruttissimi episodi accaduti nel fine settimana e di cui sono stati testimoni educatrici, mamme e ragazzi di Ops! che in piazza Campello e lungo corso Italia invitavano le persone ad accedere alla sala mostre. Persone che, infastidite, hanno sbottato ad alta voce per "l’ennesima iniziativa a favore dei disabili", ma pure una coppia di distinti signori sulla sessantina che con fare scocciato rivolto alla vicepresidente e a un ragazzo che era con lei hanno intimato "stateci lontani, non vi avvicinate". Episodi circoscritti, ma estremamente sgradevoli e umilianti. "La strada è ancora lunga – osserva la presidente di Ops! Cambio di Rotta, Roberta Bertolatti – e ciò che è accaduto ne è la dimostrazione. Ma conoscere è indispensabile per comprendere e noi non desisteremo: è fondamentale scardinare i pregiudizi e le basse aspettative e vedere, nella persona con disabilità, non i limiti, ma le potenzialità".
Sara Baldini