Per molte persone è un’abitudine recarsi al cimitero l’ultimo giorno dell’anno per "salutare" i propri cari che lì riposano, mettendo in pratica quella "corrispondenza d’amorosi sensi" di cui in modo tanto appropriato seppe scrivere Ugo Foscolo. Ed è proprio a un passaggio del carme "Dei sepolcri" che Elena Panizza è partita, per denunciare su un quotidiano locale online quanto accaduto nella notte tra lunedì 30 e martedì 31 dicembre al cimitero di Cologna, frazione di Tirano. Qui il mattino dell’ultimo dell’anno, l’amara scoperta: otto tombe, tra cui quella del padre della donna, divelte, prese a calci e "spezzate da piedi e mani sacrileghi". Oltre ai danni materiali l’atto vandalico è grave dal punto di vista simbolico – ha scritto Panizza - perché rappresenta una grave violazione del culto dei defunti, perché colpisce singoli individui e ferisce la comunità nel suo insieme. Sdegno e rabbia per un gesto disumano, che lascia senza fiato tanto è oltraggioso". Facile immaginare che quanto accaduto e poi deprecato anche da diverse decine di altri visitatori del camposanto sia un’idiozia compiuta da giovani in vena di fare disastri, senza fini diversi dal distruggere per il puro gusto di farlo, un vandalismo che avrebbero potuto compiere in qualsiasi altro luogo.
"Anche questo è un esempio della "banalità del male", agito da menti piccole ed ottuse, in preda a chissà quale delirio – osserva ancora Panizza - Probabilmente esseri incapaci di sentire, incapaci di umanità, di quella corrispondenza d’amorosi sensi che è un dono divino, una divina ed assoluta prerogativa degli uomini. Non c’è limite alla stupidità umana". Sara Baldini