Sondrio, 5 novembre 2019 - Tre nuovi investitori per Pascol, la start up creata da due ragazzi freschi di laurea in Management per l’impresa alla Cattolica di Milano, che si basa su selezione e commercializzazione di carne a km zero, da animali allevati in alpeggio o comunque secondo precisi (e controllati) criteri di sostenibilità e naturalità. Attraverso la filiera corta che alimenta, Pascol consente al consumatore di acquistare carni, dagli elevati valori nutrizionali, di vacche che vivono in condizione di benessere e di valorizzare il lavoro dell’allevatore/alpeggiatore, decisivo per il mantenimento del territorio montano.
Partita appena quattro mesi fa, l’attività imprenditoriale è già al galoppo. «Siamo nella fase due – spiega Federico Romeri, in società con l’amico Nicolò Lenoci - lunedì abbiamo chiuso il primo round di capitale da investitori esterni, cedendo una parte delle quote di Pascol per un totale di 60 mila euro», con una valutazione della società prima dell’investimento di alcune centinaia di migliaia euro: non male per appena quattro mesi di lavoro. Hanno acquistato le quote, in percentuali diverse, un professore di strategia aziendale della Cattolica di Milano, un business angel e un biologo: tre attestazioni di fiducia da figure professionali diverse che dimostrano quanto «il nostro modello funzioni e soprattutto sia eticamente e ideologicamente valido», specifica. Fin da subito «abbiamo puntato sulla creazione di valore, non solo per Pascol ma anche per il territorio. A trarre beneficio dall'attività è tutta la filiera: allevatori, animali, ambiente, consumatori».
La start up sta crescendo per gradi: non solo con l'acquisizione di investitori (l'obiettivo dei fondatori è di aumentarli progressivamente, pur conservando una parte significativa di quote), ma anche attraverso l'ampliamento del mercato. «Dalla Valtellina siamo arrivati a commercializzare in circa in sei regioni, fino a Salerno, anche se il volume maggiore resta quello della provincia di Sondrio - specifica- In totale, ogni mese arriviamo a circa duecento clienti tra i quali diversi ristoranti». I fornitori da dieci che erano sono diventati 25, tutti piccoli, il più grande ha circa 50 capi, e selezionati secondo un disciplinare rigido. Da luglio, quando la start up è entrata nel vivo, hanno migliorato packaging e servizi, fornendo ai clienti box non più solo da 5 kg, ma anche da 3 (tagli più facili e veloci), 4 e 8 kg, acquistabili anche tramite l'e-commerce sul sito. Consegna sempre a domicilio, che per la Valtellina coincide con il giorno della spedizione.
Pian piano amplieranno anche il personale, ora hanno uno stagista, ma per il momento, per alcune competenze come le valutazioni tecniche su animali e allevamenti, lavorano in outsourcing: «ci affidiamo ad Aral, associazione regionale allevatori della Lombardia», continua. Invece, per la macellazione, si appoggiano a due macelli che li aiutano anche a «capire se davvero l'animale è stato allevato bene, con gli standard qualitativi che ricerchiamo». Quando saranno "rodati" potranno estendere la selezione e la commercializzazione ad altri prodotti, come ad esempio le carni bianche che sono particolarmente richieste dai consumatori. Intanto, da dicembre, introdurranno la novità della bresaola, per il primo giro prodotta da un allevatore di Livigno, e «a Natale - conclude - proporremo pacchi per le aziende, in collaborazione con la Casa vitivinicola Arpepe, un co-branding. In ogni box ci saranno carni scelte Pascol e una bottiglia di Pettirosso».