SARA BALDINI
Cronaca

Passo dello Stelvio, una sfida alla montagna lunga duecento anni che ormai è un mito

Bormio: la strada, inaugurata il 6 luglio del 1825, fu voluta dall’imperatore Francesco I d’Asburgo. Ottantotto tornanti costruiti in soli cinque anni fino a 2.758 metri

I tornanti disegnati dall’ingegnere Donegani hanno regalato emozioni uniche a ciclisti e motociclisti ma anche agli automobilisti quando anche per loro arrivare in cima era un'impresa

I tornanti disegnati dall’ingegnere Donegani hanno regalato emozioni uniche a ciclisti e motociclisti ma anche agli automobilisti quando anche per loro arrivare in cima era un'impresa

Bormio, 27 aprile 2025 –  Trainata da quattro o sei cavalli, la diligenza - tuttora conservata al Museo Civico di Bormio - poteva trasportare fino a otto persone con i bagagli. Da Milano, nel 1831 in 64 ore si raggiungeva Bormio e in 125 Landeck in Tirolo, attraverso la “regina delle strade alpine”, quella dello Stelvio, la carrozzabile più alta d’Italia riconosciuta come una delle più belle al mondo che, inaugurata il 6 luglio del 1825, proprio quest’anno “compie” 200 anni.

Ieri sera a Bormio il via delle celebrazioni che vedranno il clou proprio nel fine settimana del 5-6 luglio con la proiezione, presso la sala congressi di Bormio Terme, del documentario “Stelvio. Crocevia di pace” realizzato nel 2014 dal regista e produttore tv sondriese Alessandro Melazzini.

“Parlando di strada dello Stelvio, si può senz’altro affermare che sia diventato un “classico’ì“. È un lavoro che in questi anni ha letteralmente girato il mondo, tra festival e passaggi in tv – osserva Melazzini – Sono onorato che sia stato scelto per dare il via ai festeggiamenti del bicentenario perché qui è nato e qui torna, proprio per questa storica ricorrenza, in una sorta di bellissimo circolo virtuoso”. L’opera valorizza, dal punto di vista storico, il significato del passo come punto d’incontro tra culture diverse, uno dei focus portanti degli eventi celebrativi. Oltre agli 88 tornanti per cui è famosa, la strada può vantare diversi record, tra i quali i tempi di realizzazione: cinque anni soltanto. Fu costruita dall’ingegnere Carlo Donegani per volontà dell’imperatore Francesco I d’Asburgo che, in seguito al Congresso di Vienna del 1815, e all’inclusione del Regno Lombardo-Veneto nell’Impero austriaco, ritenne necessaria una strada che collegasse Milano con Vienna, senza dover passare dalla Svizzera.

I lavori presero il via il 26 giugno 1820, partendo dal centro di Bormio e proseguendo verso i Bagni Vecchi. Quarantasei chilometri e mezzo di lunghezza complessiva, a 2.758 metri di altitudine sul Passo, con 88 tornanti e 3 gallerie, la strada collega tre regioni (Lombardia, Alto Adige e Val Müstair) ed è stata per numerose volte Cima Coppi del Giro d’Italia, diventando l’icona indiscussa degli amanti del ciclismo. Incastonata in uno dei parchi alpini più vasti e antichi d’Europa, il Parco Nazionale dello Stelvio, la Regina delle Strade Alpine, meta prediletta di escursionisti a caccia di scenari paesaggistici mozzafiato, ma anche di siti storici rappresentativi, come i resti dei villaggi della Grande Guerra, all’epoca della sua costruzione rappresentò un’opera di ingegneria civile di assoluta avanguardia tra scavo di gallerie nella roccia, costruzione di ponti e paravalanghe in legno e l’introduzione di diverse soluzioni innovative e, per quei tempi, inedite.