SONDRIO"Il servizio di Trenord? È penoso, fa schifo": lo ha affermato senza giri di parole nei giorni scorsi anche lo stesso assessore regionale all’Università Alesandro Fermi e lo può confermare praticamente chiunque sia salito su un convoglio della linea Tirano-Milano negli ultimi anni. Eppure. Eppure quando c’è da protestare, da andare oltre l’apporre la propria firma a una petizione o lanciare strali a mezzo social, anche i più agguerriti fustigatori del binomio Regione-Trenord si raffreddano. Almeno quanto le temperature che, invece, ieri pomeriggio a partire dalle 18 hanno sfidato i partecipanti alla manifestazione di protesta organizzata davanti alla stazione ferroviaria di Sondrio dai promotori della raccolta firme "Basta disservizi-assessore Lucente dimettiti" lanciata alcune settimane fa. "Ci saremmo aspettati una cinquantina di persone, ne abbiamo contate poche di più. Un evento che non merita più della sufficienza, insomma – commenta realistico Franco Gianasso, con Fabio Panighetti tra le anime dell’iniziativa – Speravamo, vista la situazione, in un coinvolgimento diverso, ci siamo comunque fatti vedere e sentire. L’idea era quella di manifestare sino all’arrivo del treno da Milano delle 18.20. Treno che, naturalmente, viaggiava con un ritardo di una ventina di minuti. Tutto come sempre, insomma". Non a caso lo striscione esposto davanti all’ingresso della stazione recitava "Basta disservizi – Treni in orario". Per ora, niente più di una chimera. "Data l’inaffidabilità del servizio sempre più persone si trovano obbligate a ricorrere all’auto con i contraccolpi negativi per viabilità e ambiente che ciò comporta – si sottolinea nel volantino che promuoveva il momento di protesta di ieri - Ogni giornata è segnata da qualche ritardo e con frequenza inaccettabile si hanno situazioni pesanti". Di qui il desiderio di "metterci la faccia" nel luogo - la stazione – dove hanno inizio, se si è in partenza, o terminano, se si scende, i disagi di chi viaggia in treno, "per dare visibilità al malcontento esistente e sollecitare la Regione a intervenire con decisione per far uscire il trasporto ferroviario dall’attuale condizione". L’invito ad esserci è stato accolto da rappresentanti di Cgil e Usb, presenti anche esponenti di Rifondazione Comunista, Pd e Sinistra Italiana, soci dell’Anpi e le donne che ogni sabato ribadiscono con costanza en plein air il "Cessate il fuoco".Sara Baldini
CronacaProtesta dei pendolari in stazione: "Basta disservizi sulla linea". In piazza anche i sindacati