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di Valentina Parmigiani
Desta scalpore l’uscita di Caspoggio dall’Unione dei Comuni della Valmalenco. La mossa del sindaco Danilo Bruseghini ha colto tutti di sorpresa, soprattutto Lanzada e Chiesa che non si aspettavano questo colpo di scena. Dopo circa 19 anni di continuità politica all’insegna della comunità, nessuno si sarebbe immaginato questa situazione, su cui la popolazione potrebbe essere chiamata a esprimersi in un referendum consultivo. Molte sono state le dichiarazioni (e le accuse) rilasciate in questi giorni ai mezzi di informazione. Notizie spesso contrastanti tra loro, che non hanno certo aiutato a fare chiarezza sul nuovo scenario.
In attesa della seduta del Consiglio dell’unione, prevista per oggi ma rinviata a data da definirsi, è utile fare luce sulle scelte e le motivazioni che hanno condotto a questo risultato. I tre comuni della Valmalenco avevano deciso di unirsi per aumentare l’efficienza sui costi e avviare un dialogo proficuo a livello di gestione del territorio. L’addio di Caspoggio impone adesso ai sindaci di Lanzada e Chiesa una riflessione importante sul futuro. Infatti, originariamente, le quote previste (essenzialmente la divisione dei costi) erano del 50% per Chiesa e del 25% per Lanzada e Caspoggio. Nel 2011 vennero modificate per venire incontro ad alcune difficoltà da parte del comune di Caspoggio. Le variazioni, ispirate dal principio di sussidiarietà, portavano le quote al 52% per Chiesa, al 27% per Lanzada e al 21% per Caspoggio.
I numeri non mentono: nel corso degli ultimi anni Chiesa e Lanzada si sono accollati i costi sociali di Caspoggio. Il tutto in un’ottica di solidarietà. Per l’attuale sindaco di Caspoggio si tratta del secondo mandato. Perciò era in carica quando, all’interno della comunità, nel 2015, sotto la spinta delle precedenti amministrazioni Longhini a Chiesa e Negrini a Lanzada, si chiedeva di ritornare alle quote originarie. Tale richiesta era stata avanzata nuovamente dall’ex sindaco di Chiesa verso la fine del suo mandato (all’incirca intorno a marzo del 2018). Gli attuali sindaci di Lanzada e Chiesa si ritrovano quindi a fronteggiare una situazione che affonda le proprie radici in scelte operate dalle amministrazioni precedenti. La questione è indubbiamente critica e di difficile soluzione. Con Caspoggio fuori dai giochi, quale futuro si prospetta per la Valle? "Mi ero offerto di mantenere la percentuale al 27% per venire incontro a Caspoggio – afferma il sindaco di Lanzada, Cristian Nana – tuttavia, nonostante la mia proposta, non si è riusciti a raggiungere un’intesa. C’è tanta amarezza. I prossimi giorni saranno decisivi per le sorti politiche e sociali della Valle. Unione dei comuni vuol dire condivisione delle scelte da parte di tutti i sindaci per una gestione armoniosa, virtuosa ed efficiente del territorio. Da parte di Lanzada e Chiesa – prosegue il sindaco Nana – c’è stata, c’è e ci sarà sempre la volontà di andare incontro a Caspoggio, però anche Caspoggio deve venirci incontro: il nostro territorio, infatti, è molto più ampio del suo e comporta maggiori costi di manutenzione".
Per quanto riguarda il futuro: "Oggi a mezzogiorno avrò un incontro con il prefetto. Lo rivedrò nuovamente venerdì, insieme al sindaco di Chiesa. Abbiamo inoltre intenzione di coinvolgere la cittadinanza con un referendum consultivo per sapere cosa pensino al riguardo". Il futuro dell’Unione è ancora tutto da scrivere.