Morbegno, 1 giugno 2016 - Dopo il recente completamento dell’acquisizione di circa il 70% di Riello, leader di prodotti di riscaldamento, da parte della multinazionale statunitense United Technologies Corp, i sindacati attendono gli sviluppi sullo stabilimento di Morbegno.«La situazione, fino ad agosto, è di cassa ordinaria, a causa dei volumi bassi», esordisce Davide Fumagalli, della Fim Cisl. «Speriamo di incontrare quanto prima l’azienda per capire il prosieguo».
In attesa del faccia a faccia, verosimilmente prima delle ferie estive, risulta difficile fare pronostici. «Visto il trascorso e la delusione subita con il colosso tedesco Viessmann, con il conseguente stand by pagato a caro prezzo dall’azienda, anche in termini di prodotto, oggi, finalmente, si volta pagina - aggiunge -. La notizia è positiva, perché il debito di Riello, fardello che oggi ci siamo tolti, penalizzava investimenti ed espansione/evoluzione, nonostante le produzioni garantissero margine». Ora, si apre un nuovo percorso.
«Immaginiamo che gli americani vorranno razionalizzare la produzione, staremo a vedere. Quello che dobbiamo fare è tenere legati tutti gli 83 dipendenti, dando la possibilità, a Morbegno, di giocarsi al meglio le sue carte». La speranza è che lo stabilimento della Bassa Valle riprenda completamente in mano il suo core business, riacquisendo tutta la partita degli scambiatori (alcuni modelli, oggi, vengono realizzati fuori, da altre aziende), con la possibilità implementarla aggiungendo altri prodotti legati a questo mondo, ma occorre che i nuovi acquirenti capiscano i vantaggi del lavoro in loco.
«Abbiamo gli spazi adeguati (dopo smantellamento del ramo caldaie) e, soprattutto, la professionalità dei lavoratori, ottima dal punto di vista delle performance». Aspettando il confronto tra speranze e progetto effettivo, «terremo legati tutti i lavoratori con ammortizzatori». La notizia dell’apposizione dell’ultima firma, che ha portato Riello group Spa (che continuerà a possedere il restante capitale azionario del Gruppo) all’interno della multinazionale statunitense United Technologies Corp, era attesa da mesi, precisamente dal primo step, quello del signing, concretizzatosi nel 2015.