REDAZIONE SONDRIO

Ottime condizioni in quota: i rifugi della Valtellina fanno il pieno di alpinisti

Stranieri in settimana e nel weekend tanti italiani. Dopo un 2014 da dimenticare a causa del maltempo, i gestori si dicono ottimisti per questa stagione iniziata all’insegna del sole e del caldo di Eleonora Magro

Giuseppe Della Rodolfa rifugista

Valfurva (Sondrio), 13 luglio 2015 - Ad un passo dal cielo lo sono davvero i tanti rifugi in quota presenti sulle montagne della provincia di Sondrio, che registrano una buona affluenza per questo inizio di stagione estiva. Il caldo e l’afa spingono in molti ad abbandonare le città per vette più fresche, tra paesaggi da cartolina e possibilità di effettuare escursioni alla portata di tutti. Dopo un 2014 da dimenticare a causa del maltempo, i gestori dei rifugi si dicono ottimisti per questa stagione iniziata all’insegna del sole e del caldo.

A 2.706 metri in alta Valfurva, il rifugio Pizzini ha accolto gruppi di alpinisti diretti sulle cime del gruppo Ortles e Cevedale. «Abbiamo diversi alpinisti che pernottano e intenzionati a scalare il Gran Zebrù, escursionisti che fanno alcune camminate mentre attendiamo le famiglie tra qualche settimana - spiega Claudio Compagnoni -. Le montagne si presentano bene, i ghiacciai sono in buone condizioni per la felicità degli alpinisti». Dal lato opposto della Valle dell’Adda, sull’Alpe Angeloga, in Valle Spluga, anche il rifugio Chiavenna è meta di numerosi escursionisti lombardi ma anche stranieri e valtellinesi: «A giugno abbiamo avuto soprattutto alpinisti interessati a scalare le cime, adesso arrivano sia famiglie con bambini che giovani del posto - spiegano Michela e Mario Barelli gestori del rifugio a 2.040 metri di quota - oltre naturalmente agli stranieri, svizzeri, tedeschi, olandesi». Decisamente più in alto e precisamente a 2.813 metri, tra le vette del Pizzo Bernina, non solo si vive l’alta montagna ma si suona musica e si degustano vini valtellinesi. Questa infatti la nuova offerta dello storico rifugio Marinelli Bombardieri, di proprietà del Cai Valtellinese e gestito da Giuseppe Della Rodolfa . «Per chi inizia adesso a fare le prime gite non si spinge ancora così in vetta, ma abbiamo iniziato bene con un buon flusso di gente e speriamo di riscattarci dallo scorso anno - sottolinea Della Rodolfa -. Durante la settimana ospitiamo diversi stranieri mentre il weekend è il momento degli italiani, clientela da Milano, Varese, Bergamo e naturalmente i valtellinesi». «Con il calo dell’alpinista tradizionale si cerca di cambiare offerta per il turista in quota, offrendo buona cucina, degustazioni di specialità locali e naturalmente vini valtellinesi oltre ad eventi e musica come l’aperitivo in musica con le Ladiesgang - conclude il gestore -. Vogliamo offrire un’esperienza di benessere in quota, abbiamo già la sauna e a breve apriremo la sala conferenze». Commenti positivi anche nei rifugi di montagna ma a più bassa quota, per una clientela familiare in cerca di passeggiate e relax, come il Trona Soliva in Val Gerola di Elisa Montani: «Si sta lavorando bene fin da maggio con buone affluenze in tutti i weekend, sia pernottamenti che pranzi - spiega -. Il nostro è un rifugio per famiglie, la strada per raggiungerti è agevole è adatta anche i bambini. Oltre alla clientela della Brianza registriamo un buon flusso di tedeschi che fanno trekking con le mountain bike».

di Eleonora Magro