
L'assessore Lorenzo Grillo Della Berta
di Michele Pusterla
Una storia di degrado ed emarginazione. È quella di Domenico Lettieri, 59 anni il prossimo 28 settembre, originario di San Felice a Cancello, in provincia di Caserta, una sfilza di precedenti e condanne per diversi reati, da tempo “schiavo” della bottiglia e che, per l’ennesima volta, cerca di rifarsi un futuro, ma è privo di carta d’identità scaduta e di un alloggio e allora, in preda alla disperazione, vive nella torre dell’ex Castelletto in riva all’Adda, il suo nuovo rifugio, da quando cinque giorni fa è stato scarcerato dopo tre mesi per decorrenza dei termini. Forse una sigaretta dimenticata accesa e i poveri arredi ed effetti personali dentro la costruzione vengono distrutti. All’origine, dunque, una causa accidentale ? Tutto da verificare. Il suo avvocato, Giuseppe Romualdi spiega: "Era in cella dopo l’ultimo arresto per tentato furto, in quanto sorpreso dalla Polizia di Stato mentre cercava di introdursi in un’abitazione disabitata. Non voleva rubare, ma solo entrare in un alloggio a lui negato, a differenza di tanti immigrati a cui è concesso senza farne tante. In questo caso il razzismo è a carico di un italiano in forte difficoltà".
L’altra notte, attorno alle 2.15, un cittadino, viste le fiamme, ha lanciato l’allarme ai Vigili del fuoco che, in breve tempo, hanno domato il rogo e messo in sicurezza Lettieri, rimasto intossicato dal fumo in modo non grave e, nella notte, ricoverato in ospedale. Distrutto un materasso e qualche altro oggetto all’interno della piccola costruzione in riva al corso d’acqua, dove un tempo c’era una piscina e un luogo di relax molto frequentato dai sondriesi.
Il Comune, per tramite il vicesindaco e assessore ai Servizi sociali, Lorenzo Grillo Della Berta, assicura che più volte ha offerto un aiuto e assistenza a Lettieri, anche per sostenerlo in un percorso di disintossicazione dall’alcol, ma che il senzatetto non ha mai accettato. Ora l’ente pubblico promette di non scaricare il “clochard“, ma a patto che accetti un sostegno, altrimenti il Comune avrà le mani legate. Il casertano, da anni trapiantato in città, chiede la residenza e il rinnovo della carta d’identità, per cercare anche di "ottenere il reddito di cittadinanza e poter sopravvivere".