"All’estero guadagnavo molto bene, da dipendente. Tanti italiani lasciano il Belpaese, attratti da paghe ritenute migliori. Io, invece, ho deciso di fare il percorso inverso. Dopo esperienze lontano dalla Valtellina, ho deciso di rientrare e raccogliere una sfida importante...".
Paolo Longa, 28 anni, originario di Livigno, dopo il diploma in Ragioneria si era iscritto alla facoltà di Economia delle imprese e dei mercati alla Cattolica di Milano, ma quando era al 3° anno ha avuto un’attrazione fatale dal mondo alberghiero e della ristorazione.
"Sono stato in Sud Africa - ricorda - poi, per alcuni mesi, in una struttura ricettiva di Edimburgo, quindi l’esperienza lavorativa più lunga in Svizzera, come dipendente al Semadeni Hotel-Bar di Poschiavo. Mi sono fermato circa due anni e prendevo poco meno di 3mila franchi svizzeri al mese". Poi la decisione di cambiare. "Ho saputo - risponde Longa - che gli zii Fabrizio e Mario, il primo addetto alla sala e il secondo alla cucina, andavano in pensione e avrebbero ceduto o chiuso il loro ristorante Baffo di Chiuro, con annesso albergo. Ci siamo parlati e ho preso la decisione di rilevare io l’attività, che venne avviata nel 1960 dal loro papà Emilio. Con la promessa che gli zii, con le rispettive mogli Ornella e Eugenia, per un po’ di tempo avrebbero continuato a supportarmi anche con i loro preziosi consigli. La squadra l’ho rafforzata con 4 innesti per rendere più veloce il servizio per la clientela. A lavorare, oltre ai miei parenti, ci sono Jhessika, Silvia e Gloria in sala, Alexander, Zohair e Sabrina in cucina, più gli addetti alle 21 camere per 49 posti letto". Tanti suoi colleghi lamentano la difficoltà nel reclutare manodopera. Un problema che anche Longa ha dovuto affrontare. "Non è stato facile trovare i nuovi da inserire. Ma lavoriamo bene tutto l’anno con la clientela affezionata del territorio, con i banchetti di società sportive o aziende, con i turisti perché siamo in una zona di notevole passaggio, con i lavoratori dei cantieri. Ho raccolto la sfida perché ci sono ancora potenzialità da sviluppare: la speranza è che l’amministrazione comunale faccia qualcosa per dare un’impronta turistica a Chiuro che dispone di affermate cantine e vigneti unici. Baffo presto diventerà “Il Baffo”, per i miei baffi".