La Procura retica ha completato l’indagine relativa alla morte di 8 escursionisti per la frana scesa in val Bondasca il 23 agosto 2017. Lo ha riportato venerdì la RSI (Radiotelevisione Svizzera Italiana). E nei giorni scorsi la chiusura delle indagini è stata notificata alle 5 persone accusate di omicidio colposo: due alti funzionari cantonali dell’Ufficio foreste e pericoli naturali, un consulente esterno del cantone, un collaboratore e l’allora sindaco del comune di Bregaglia, Anna Giacometti. Terminate le indagini gli accusati hanno una ventina di giorni per far avere alla procura le loro eventuali controdeduzioni e istanze probatorie. A meno di nuove prove a loro discarico, per loro si prospetterebbe quindi il rinvio a giudizio. I 5 accusati si sono sempre dichiarati "non colpevoli", in quanto convinti che nei giorni precedenti il distacco di una massa imponente dal pizzo Cengalo non ci fossero state avvisaglie di un imminente disastro. E per questo i sentieri verso le capanne rimasero aperti. È chiaro che per gli accusati c’è il principio di innocenza. Quel terribile 23 agosto di quasi 7 anni fa, otto persone di nazionalità svizzera, austriaca e tedesca, in Val Bondasca per effettuare delle escursioni, furono mortalmente travolte da oltre 3.000.000 di metri cubi di roccia staccatisi dal Cengalo. Lo scorso aprile, secondo il perito giudiziario, nel periodo precedente l’evento, si sarebbe potuto prevedere il distacco della frana e quindi si sarebbero dovuti chiudere sia la valle che i sentieri per le capanne.
CronacaSepolti dal Cengalo, indagini completate