REDAZIONE SONDRIO

Centro massaggi hot: cinese nei guai per favoreggiamento della prostituzione

Le signorine cinesi che accoglievano i propri clienti proponevano loro servizi extra di NICOLETTA PISANU

Zhao Feng con la polizia penitenziaria (National Press)

Sondrio, 12 marzo - Il centro benessere di via Damiani 23 a Morbegno, non era frequentato dagli uomini solo per normali massaggi e manicure. Le signorine cinesi che li accoglievano proponevano loro servizi extra. E per questo motivo, il quarantatreenne Zhao Feng, originario della regione nord occidentale del Liaoning, è stato condannato ieri mattina a due anni e sei mesi di reclusione, oltre al pagamento di ottocento euro di multa, per il reato di favoreggiamento della prostituzione.

L’accusa ha contestato a Zhao di aver sfruttato giovani connazionali nel centro benessere dal 30 maggio 2010 al 22 novembre dello stesso anno, insieme alla compagna Liu Dongqing, quarantenne che per la stessa vicenda ha già patteggiato due anni di reclusione nel febbraio 2012. La coppia era rivale di un’altra cittadina cinese, Jun «Monica» Liu, quarantasei anni, che nel 2011 ha patteggiato undici mesi e ventotto giorni di reclusione, la quale gestiva un giro di prostituzione concorrente a quello dei due connazionali. Oltre ai tre asiatici, nel novembre 2010 nell’ambito dell’operazione dei carabinieri denominata «Relax» erano stati arrestati anche un’altra donna cinese e un uomo italiano di 62 anni, residente a Cosio Valtellino.

La corte ha anche contestato a Zhao di aver inviato lettere anonime alle forze dell’ordine per screditare la concorrenza. Inoltre, è stato accusato anche di favorire l’illecita permanenza su suolo italiano di cittadine cinesi irregolari, rintracciate e identificate recentemente dalla polizia giudiziaria, una ricerca resa difficile anche dal fatto che talvolta si presentavano sotto pseudonimo. Zhao invece è tuttora irreperibile, il sospetto è che si trovi all’estero, dove potrebbe essersi recato per sfuggire alla legge italiana.

I carabinieri avevano organizzato il blitz in seguito alle segnalazioni di residenti e ai sospetti legati al via vai continuo di uomini sia al centro benessere, che si chiamava Tao, sia in prossimità di alcuni appartamenti nelle vicinanze del salone per i massaggi. Ma ad aiutare gli investigatori era stata anche la denuncia di una delle ragazze sfruttate. Il business era redditizio. Zhao e Liu riuscivano, secondo i calcoli degli inquirenti, a raccogliere circa 20mila euro al mese, che per la maggior parte tenevano loro. Alle ragazze veniva data una minima parte, nonostante si vendessero ai clienti per cinquanta e cento euro. La difesa di Zhao si è riservata divalutare le motivazioni della sentenza di ieri per poi decidere se ricorrere in Appello.